I pm di Milano Fabio De Pasquale e
Sergio Spadaro hanno ribadito, davanti al gup Giusi Barbara, la
richiesta di rinvio a giudizio per l'ad di Eni Claudio Descalzi,
per l'ex ad Paolo Scaroni, per altre 9 persone fisiche, tra cui
Luigi Bisignani, e per la stessa Eni e Shell, indagate in base
alle legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, nel
procedimento con al centro l'accusa di corruzione
internazionale. Accusa relativa a una presunta maxi tangente da
1 miliardo e 92 milioni di dollari che sarebbe stata versata da
Eni e Shell a politici nigeriani per l'acquisizione nel 2011 di
un giacimento petrolifero in Nigeria. I pm, nel loro intervento
nell'udienza a porte chiuse, hanno ripercorso la vicenda per
dimostrare che la corruzione sarebbe stata organizzata dai
vertici Eni. Il gup non ha ammesso come parti civili le tre ong
Heda, Re Common e Corner House, mentre l'imputato Vincenzo
Armanna, ex manager Eni, ha revocato la richiesta di essere
interrogato.
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