Nella guerra a colpi di carte bollate tra Comune di Bono e Diocesi di Ozieri, il Tar dà ragione alla chiesa.
La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso del vescovo Corrado Melis e del parroco del paese, don Mario Curzu, contro l'ordinanza sindacale del 5 gennaio che tra i molti divieti, motivati dall'emergenza Covid, comprendeva anche quello della celebrazione delle messe in presenza nel territorio comunale.
Reiterando una analoga ordinanza del 29 dicembre 2020 a firma
del vicesindaco Nicola Spanu, per il cui annullamento si era
attivata la prefetta di Sassari, Maria Luisa D'Alessandro,
rilevando vizi formali e sostanziali, sindaco e vice avevano
imposto nuovamente il divieto ai fedeli di assistere fisicamente
alla messa. Così, vescovo e parroco avevano dato mandato
all'avvocato Ivano Iai di opporsi. "Assenza dei necessari
presupposti di straordinaria necessità e urgenza e violazione
delle disposizioni generali in materia", sancisce il Tar,
sottolineando che i due prelati "hanno affermato di aver dato
corretta applicazione alle disposizioni dettate per l'esercizio
del culto nel periodo emergenziale" e che per loro "il
provvedimento impugnato arreca un danno gravissimo e
irreparabile per i fedeli che rappresentano".
Secondo i giudici amministrativi, "anche ammesso che in casi
di straordinaria necessità e urgenza il sindaco possa adottare
provvedimenti ulteriori rispetto a quelli nazionali e regionali,
devono essere accertate e indicate nell'atto le ragioni di
straordinaria necessità e urgenza". Ma le argomentazioni del
vicesindaco, che aveva firmato l'ordinanza della discordia
perché il sindaco Elio Mulas era assente per motivi di salute,
per il Tar non bastano. Ieri, nel frattempo, il sindaco ha
firmato una seconda ordinanza con cui vieta per domenica
prossima la caccia nel territorio comunale di Bono, a
prescindere dalle decisioni del Governo nazionale e della
Regione.
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