Il Comune di Milano, come aveva
confermato anche il sindaco Giuseppe Sala lo scorso dicembre, è
al lavoro per trovare un nuovo luogo dove si potrà insediare il
centro sociale Leoncavallo se dovesse arrivare davvero lo
sfratto. Il Comune, come riportato dal Giorno, avrebbe già
individuato l'immobile, un capannone industriale che si trova
tra Porto di Mare e Chiaravalle.
Lo storico centro sociale di Milano è tornato al centro della
cronaca dopo la condanna del ministero dell'Interno a risarcire
3 milioni di euro ai proprietari dei capannoni di via Watteau,
dove si trova il Leoncavallo, per il mancato sgombero.
La Lega però si oppone alla soluzione di dare un immobile
pubblico al Leonka, che per domani ha organizzato una giornata
antisfratto.
"Il sindaco Sala, dopo aver regalato un immobile agli storici
abusivi del Lambretta, ne regalerà un altro agli ancora più
storici del Leoncavallo - ha commentato l'eurodeputata e
consigliera comunale Silvia Sardone -. L'ennesimo scempio
targato Pd a favore di chi occupa e delinque per professione.
L'immobile individuato per il nuovo Leoncavallo sarebbe un
capannone in via San Dionigi, in una periferia, quella tra
Rogoredo e Corvetto, già di per sé difficile a causa di
abusivismo, spaccio e degrado, eppure alla giunta nulla importa
di andare a creare nuovi problemi ai residenti del quartiere".
Dello stesso parere Alessandro Verri, capogruppo della Lega
in Consiglio comunale, ed Emanuela Bossi, consigliera del
Municipio 4. "Abbiamo presentato un'interrogazione in consiglio
comunale e in consiglio di Municipio per far chiarezza sulla
vicenda, certo se fosse confermata questa volontà faremo di
tutto per contrastarla - hanno spiegato -. La giunta non può
pensare di trattare la periferia Sud Est di Milano come la
discarica dei problemi di Milano".
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