"Sto ancora
male per quello che ho vissuto, il mio dolore è non essere stata
capita". La giovane di Ercolano segregata in casa dai genitori,
contrari alla sua relazione con una coetanea che ha avviato un
percorso di transizione di genere, si commuove nel rievocare
quanto accaduto, sostenuta dal partner con cui ha scelto di
vivere. La coppia oggi ha incontrato il presidente di Arcigay
Napoli, Antonello Sannino, e dopo ha accettato di rispondere
brevemente ad alcune domande dei giornalisti.
Sfondo nel colloquio la villa comunale di Sant'Antonio Abate,
in provincia di Napoli, dove i due accettano di farsi riprendere
insieme su una panchina color arcobaleno, rigorosamente di
spalle. Lei, 19 anni, giubbino bianco, capelli raccolti in una
coda, non trattiene le lacrime. Abbraccia il compagno 20enne, e
si apre a un sorriso dicendo che "lui ora mi deve fare un po' di
spazio nell'armadio". Il partner, capelli corti, giubbotto nero,
a giugno le ha fatto una proposta di matrimonio "con un anello,
un pupazzo ed una batteria di fuochi d'artificio". Non c'è
ancora la data, la coppia per il momento vive una situazione
d'ansia. Oggi il gip ha convalidato gli arresti ma rimesso in
libertà i genitori di lei, che intanto si è trasferita con il
fidanzato in un comune della zona stabiese a diversi chilometri
da Ercolano. Potrebbe esserci un incontro? "Le ferite sono
ancora fresche", replica la figlia. Aggiunge il compagno:
"Sarebbe bello un giorno sedersi a tavola tutti insieme in pace.
Non accadrà tra un mese o due, ma spero che accada".
Ora l'importante è archiviare il dolore. "Anche le notizie
che si rincorrono sui social sono per noi motivo di angoscia.
Vorremmo che tutto questo clamore finisse. Speriamo che siano
abbassati i riflettori, vogliamo trovare un po' di
tranquillità", confessa la coppia. Hanno una vita davanti, "ma
il nostro unico desiderio è che sia serena e in pace".
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