Sfugge al marito violento con la
scusa di farsi visitare per una sospetta gravidanza, poi confida
due anni di maltrattamenti fisici e psichici ai sanitari del
Pronto Soccorso di Jesi (Ancona). Per la ragazza, una 22enne
jesina, si è messa in moto la rete di protezione del codice
rosso; nei confronti del compagno, 24enne cittadino tunisino, la
Polizia Giudiziaria del Commissariato di Jesi ha eseguito
un'ordinanza emessa dal Gip di Ancona di allontanamento dalla
casa familiare e del divieto di avvicinarsi alla vittima.
L'uomo è stato indagato per il reato di maltrattamenti in
famiglia; non avendo dato il consenso all'applicazione del
braccialetto elettronico, pertanto, nei suoi confronti è stata
applicata l'ulteriore misura cautelare del divieto di dimora in
ogni comune della provincia di Ancona.
L'indagine è originata dalla segnalazione del Soccorso
dell'ospedale di Jesi, a fine febbraio, di una giovane percossa
dal marito. La donna, per sfuggire al controllo del compagno,
gli aveva raccontato che usciva per una visita medica negli
uffici dell'Azienda sanitaria perché pensava di essere incinta.
Lui l'aveva accompagnata ma, approfittando di un un momento in
cui era sola, lei aveva raccontato ai sanitari le violenze
subite; in ambulanza era stata trasportata al pronto soccorso
dove il personale aveva allertato il 112.
I poliziotti avevano raccolto le dichiarazioni della vittima;
poi indagini avevano permesso di accertare che la ragazza da
circa due anni era vittima di maltrattamenti. Il compagno, per
asseriti motivi di gelosia, la vessava, la ingiuriava e la
colpiva con calci, pugni e schiaffi. I due avevano vissuto negli
ultimi mesi in un bed & breakfast a Jesi ed erano poi stati
ospitati da un loro amico.
Nella struttura ricettiva la donna sarebbe stata aggredita
una sera per futili motivi anche con l'uso di un coltello;
nell'abitazione, si sarebbero consumati altri episodi di
violenza. L'uomo rimproverava alla compagna anche il fatto di
avere un permesso di soggiorno di breve durata; l'aveva convinta
a sposarlo, in modo da rendere più stabile la propria posizione
e ottenere poi la cittadinanza italiana.
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