Non ci sta Geolier agli insulti contro i napoletani che sono arrivati sui social dopo la forte scossa di terremoto della notte. Lui, che ha scelto di vivere proprio ai Campi Flegrei, di prima mattina su Instagram aveva scritto 'Napoli non trema, Napoli balla', con l'emoticon del braccio di ferro. Parole alle quali, immancabile, è seguito l'odio degli hater e una serie di insulti - 'speriamo che accada presto' uno dei tanti - che hanno spinto il rapper a cancellare quanto scritto e a pubblicare una storia in cui sbotta contro la violenza verbale: basta alle "battutacce sul terremoto".
"Non posso leggere commenti del tipo 'speriamo che accada presto' o altre battutacce simili sul terremoto restando in silenzio - scrive - Qua ci sono persone che hanno lasciato le proprie abitazioni dove hanno cresciuto figli, passato vite e progettato sogni che si stanno sgretolando, ci sono persone che hanno paura e che stanno vivendo in macchina o che vivono con le valigie già pronte nel caso devono scappare".
"Se a voi tutto questo non fa male siete pregati di guardare in silenzio senza commentare - aggiunge - perché i cori allo stadio e tutte queste piccolezze ci hanno sempre fatto sorridere ma adesso no. Abbiate l'umiltà di ammirarci anche questa volta mentre affrontiamo qualcosa di più grande di noi, vincendo sempre". Poi il finale, indirizzato agli haters: "E come al solito di tutto quello che ho scritto noterete la H mancante invece che tutto il resto".
Parole, quelle di Geolier, che la vice presidente del Consiglio comunale di Napoli, Flavia Sorrentino, definisce "atto di resistenza culturale". "In un Paese dove la discriminazione territoriale è ancora accettata, dove il dolore di Napoli viene banalizzato, meno male che un giovane artista si è assunto la responsabilità di dire ciò che troppi tacciono. Non basta solo indignarsi, bisogna anche schierarsi - scrive Sorrentino - Ci si scandalizza, giustamente, per altre forme di razzismo, ma quando si tratta di Napoli e del sud tutto diventa lecito: il dolore diventa sarcasmo, la paura diventa oggetto di scherno, il dramma di un popolo diventa pretesto per l'odio. È inaccettabile".
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