L'incontro/scontro fra una scrittrice senza figli (Laura Morante) e un'undicenne 'difficile' (l'esordiente Andreea Denisa Savin) è il fulcro di Nessuno mi pettina bene come il vento (il titolo viene da un aforisma di Alda Merini, ndr), ritorno al cinema dopo sette anni di Peter Del Monte, in uscita il 10 aprile distribuito da Academy Two.
''Il mio personaggio si sente inadeguato nel rapporto con la bambina, una cosa che capita a volte anche a chi è genitore - spiega Laura Morante, madre nella vita di due figlie -. Troppe parole secondo me, nei rapporti, invece di avvicinare, a volte fanno da paraurti per le emozioni, alzano barriere, i gesti sono molto più potenti''.
La storia prende il via da un'intervista: quella che Erica (Maria Sole Mansutti), portandosi dietro, per necessità, la figlia undicenne Gea (Savin), va a fare ad Arianna (Morante), scrittrice che vive isolata in una città di mare. Finito l'incontro, la bambina inaspettatamente si chiude in bagno e non vuole andarsene. Arianna accetta di ospitarla per un breve tempo e con lei crea lentamente un rapporto di complicità. Intanto Gea è sempre più attirata da Yuri (Jacopo Olmo Antinori), sedicenne parte di una piccola comitiva chiassosa che si raduna sotto casa di Arianna... ''Questo non è un film manicheo, non giudica, ma racconta come spesso i pregiudizi verso gli altri ci condannino alla solitudine - dice la Morante -. Alla fine, qualcosa accade, un pertugio si apre, nessuno è più com'era all'inizio''. Arianna, aggiunge l'attrice ''è una donna che ha rifiutato la maternità, così come ha rifiutato il contatto con il mondo. Lo ritrova grazie alla bambina''. Proprio recitare con Andreea è stata per la Morante una ''sfida rigenerante. Evito di ripetermi, di cadere nei miei stessi cliché, cerco sempre quella freschezza che per i ragazzini è istintiva. Recitare con loro è come camminare sulla neve e accorgersi che il proprio vestito che si pensava bianco è in realtà giallognolo. E' un'occasione per mettersi in gioco. Quando un attore non dà più l'impressione di camminare sul filo, non dà più emozioni''. All'inizio la Morante non pensava alla recitazione come scelta di vita: ''In uno dei primi film avevo conosciuto Laura Betti che m'aveva preso in simpatia e mi proteggeva, tanto che quando non era sul set telefonava per sapere se mi trattassero bene. Quindici anni dopo ci siamo ritrovate e la prima cosa che mi ha chiesto è se mi facesse ancora tanto schifo essere attrice. Come capita a volte quando ti sposi giovane e ti innamori da adulta, così mi sono innamorata di questo mestiere solo a distanza di anni''. In seguito si è appassionata anche alla scrittura e alla regia in cui ha debuttato con 'Ciliegine', nel 2012: ''Ora con Daniele Costantini abbiamo scritto un'altra storia, il titolo del film è Assolo. Si parla sempre di un universo al femminile. Stiamo cercando i finanziamenti, speriamo di iniziare a girare a settembre''. Del Monte, che aveva già diretto la Morante nel 1990 in Tracce di vita amorosa, per Nessuno mi pettina bene come il vento si è ispirato a uno spunto autobiografico: ''Sotto casa mia c'era un gruppetto di ragazzi chiassosi che mi infastidiva.
Mi ha calmato mia figlia, allora 11enne. Da lì ho pensato a una storia, 'cambiando sesso'' dice sorridendo il regista. La lontananza di sette anni dal set è dovuta alla difficoltà di trovare i fondi per il progetto, anche al ministero dei Beni Culturali: ''Quando ho presentato il film, quattro o cinque anni fa, era ministro Galan, e mi sono ritrovato una commissione di incompetenti - spiega -. All'inizio nelle commissioni che giudicavano c'erano scrittori e critici poi le cose sono degenerate. A me hanno dato il minimo, 288mila euro''.
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