Una Woodstock in miniatura, cialtrona ma non troppo, 'svaccata' sui prati a ridosso delle mura cinquecentesche. Piccoli accampamenti, pennichelle sui teli colorati, schitarrate improvvisate o veri e propri concertini messi in piedi con due amplificatori da chi magari non è riuscito ad accaparrarsi il biglietto per il concerto dell'anno, ma voleva comunque esserci mettendoci del suo. E una placida fiumana di persone che dai parcheggi dell'immediata periferia e dalla stazione, da mattina a sera, ha continuato a riversarsi senza sosta in città. E' così che appare il piccolo scrigno rinascimentale di Lucca, nel giorno X del concertone degli Stones. "Guarda lì: sembra davvero d'essere a Woodstock" , borbotta un anziano ad un altro, fauna locale, affacciati nel pomeriggio sopra le mura a scrutare la transumanza. "Macché - scuote il capo l'altro - là eran mezzo milione, durò 3 giorni ed era l'America degli anni '60. Qua son 60mila, stanotte vanno via e siamo a Lucca nel 2017". E beh, effettivamente non è proprio la stessa cosa; ci sono anche famiglie, bambini, a fronte di una maggioranza di 30-50enni. Tutto molto, molto tranquillo. Pure troppo per Marco, che per Mick e Co. si è fatto una tirata impossibile di ore e ore filate fin da Macerata; capello lungo e barba incolta, Rayban specchiato un po' ammaccato, la maglietta strappata con il grugno tagliente di Richard (e l'immancabile cicca in bocca) spiega il suo credo più di mille parole: Keith for president. "Va bene gli Stones stasera, ok; ma qua non sta succedendo nulla, voglio dire; nulla di selvaggio. Non dovrebbero essere più 'wild' i concerti dei Rolling?". Un tempo, forse, era così. Ora tra i fan fa capolino anche la compassata Susanna Camusso, leader della Cgil, e pure il principe Emanuele Filiberto in tribuna vip, pare. Di certo l'occhialuta Veronica, durante la settimana ricercatrice all'Accademia della Crusca di Firenze, nel weekend rocker, è troppo emozionata per porsi una domanda del genere. "Questo è un live storico, potrebbe essere l'ultima volta che vengono in Italia"..., sospira, scendendo dal treno. "Vabbè", fa spallucce la sua amica Claudia, tattoo sulle braccia e frangetta nera anni 50. "Doveva essere l'ultima anche a Roma tre anni fa... Ma chi li ammazza quelli". E già, la famosa storia dei nonni del rock, del patto di Jagger Richard col diavolo, che oggi corre mille volte sulle nocche dei fan in attesa dei beniamini settantacinquenni o quasi. 'Old Marta', rockettara italo britannica, da tanto tempo residente in Toscana, di anni ne ha 74, "proprio come Mick e Keith". Fan delle Pietre rotolanti da una vita, rivela di averli visti parecchie volte, "almeno una decina, probabilmente di più", conta, sorridendo. "Ma stavolta non me li potevo davvero perdere: potrebbe essere davvero l'ultima volta. Se non per loro - va di giù di black humour - magari per me".
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