Dal 31 ottobre al 9 dicembre
il Wits Art Museum di Johannesburg ospita la mostra 'Arte Povera
1967-1971', curata da Ilaria Bernardi e promossa dal Consolato
Generale d'Italia nella capitale sudafricana. Si tratta della
prima mostra in Africa d'arte povera e la prima dopo la
scomparsa, nel 2020, di Germano Celant, che nel 1967 la definì
come "arte che consiste nel togliere, nell'eliminare, nel
ridurre ai minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli
ai loro archetipi". Da allora, Arte povera.
La mostra di Johannesburg, grazie alla collaborazione con gli
artisti e i loro archivi, i collezionisti e i musei che hanno
prestato opere di loro proprietà, accoglie i lavori di 13
artisti considerati gli esponenti più importanti dell'Arte
povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo
Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa
Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone,
Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio. La
curatrice Ilaria Bernardi ha adottato un concept analitico e
filologico che restituisce vivacità e dialogo tra gli artisti:
al Wits Art Museum sono esposte opere emblematiche della ricerca
di ogni artista, datate tra il 1967 - anno in cui Celant conia
il termine Arte povera - e il 1971 - anno in cui egli postula
che l'etichetta deve dissolversi affinché ogni artista possa
assumere la propria singolarità.
Accompagna l'esposizione un'area dedicata a una cronologia delle
mostre collettive tenutesi in quegli anni da considerarsi
cardine per la storia dell'Arte povera, corredata da teche con i
relativi cataloghi. Conclude il percorso espositivo il
video-documentario 'Arte povera', a cura di Beatrice Merz e
Sergio Ariotti, con materiale d'archivio, filmati di mostre
personali recenti e spezzoni di interviste con Germano Celant.
La mostra fa parte di un più ampio progetto espositivo
intitolato 'Arte Povera and South African Art: In Conversation',
promosso dal Wits Art Museum a Johannesburg e dal Consolato
Generale d'Italia e che include, nelle stesse date della mostra
curata da Ilaria Bernardi, un'altra dal titolo 'Innovations in
South African Art, 1980s-2020s', a cura di Thembinkosi Goniwe,
dedicata ad artisti sudafricani che, per alcuni aspetti della
loro pratica, si dichiarano o risultano affini all'Arte povera:
Lucas Seage, Jane Alexander, David Thubu Koloane, Kagiso Pat
Mautloa, Moshekwa Langa, Usha Seejarim, Bongiwe Dhlomo-Mautloa,
Willem Boshoff, Kemang Wa Lehulere, Thokozani Mthiyane, Kay
Hassan.
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