È Monia Ben Hamouda (Milano, 1991)
la vincitrice della quarta edizione del Maxxi Bvlgari Prize con
l'opera Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X (2024), che
entra così a far parte della collezione permanente del Museo
delle arti del XXI secolo. L'opera - scelta da una giuria
internazionale e in mostra fino al 2 marzo insieme a quelle
degli altri due finalisti Riccardo Benassi e Binta Diaw, a cura
di Giulia Ferracci - è un grande muro composto da dieci pannelli
con motivi ispirati alla calligrafia islamica e alle moschee,
dipinti con spezie come paprika, ibisco e cannella, e creando un
effetto di collasso rievoca la fragilità delle identità
contemporanee. "Mi sono ripromessa tempo fa di dedicare ogni
momento di attenzione a una questione urgentissima - dice
l'artista lanciando il suo appello - Speriamo di vedere presto
una Palestina libera".
Novità di questa quarta edizione del Premio, la menzione
speciale per il miglior progetto digitale, andata a Roberto
Fassone (Savigliano, 1986) nell'ambito del Maxxi Bvlgari Prize
for Digital Art., per il suo And We Thought (2021 - ongoing),
produzione Sineglossa.
L'annuncio della vincitrice del Maxxi Bvlgari Prize è stata
anche l'occasione per presentare la nuova Bvlgari American
Academy in Rome fellowship, in collaborazione con Maxxi e
Whitney Museum.
La vincitrice dell'edizione 2024 si aggiudica infatti anche
l'opportunità di partecipare a una residenza artistica presso la
sede dell'American Academy, lavorando fianco a fianco
all'artista selezionato dalla prestigiosa Whitney Biennial.
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