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Triage d'amore tra Valeria Bruni Tedeschi e Marina Foïs

Triage d'amore tra Valeria Bruni Tedeschi e Marina Foïs

Parigi, tutto in una notte, il comedy-drama della Corsini

ROMA, 28 febbraio 2022, 19:14

di Francesco Gallo

ANSACheck

Parigi, tutto in una notte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Parigi, tutto in una notte - RIPRODUZIONE RISERVATA
Parigi, tutto in una notte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Già in concorso l'anno scorso al Festival di Cannes PARIGI, TUTTO IN UNA NOTTE di Catherine Corsini arriva in sala il 10 marzo con Academy Two con protagonista la sua storia delicata di una coppia omosessuale al femminile.

Si tratta di una gradevole commedia con una spruzzata di dramma con al centro una coppia sull'orlo di una rottura. Da una parte Raf (Valeria Bruni Tedeschi), disegnatrice di fumetti e, dall'altra, la più anziana Julie (Marina Foïs). Destino vuole che proprio quando questa coppia è sull'orlo della rottura, Raf cada per strada e si rompa un braccio tanto da ritrovarsi nel triage di un ospedale in pieno caos che si va via via riempiendo dei feriti di una grande manifestazione dei Gilet Gialli a Parigi.

E sarà davvero una lunga notte d'ospedale con al centro tre personaggi principali: Raf (una stupenda Bruni Tedeschi perfetta quando fa se stessa), che interpreta una signora piena di pregiudizi specie per quanto riguarda le idee politiche degli altri; Julie, che oltre a dover contenere le intemperanze di Raf che vuole ricucire a tutti i costi deve confrontarsi anche con un figlio che è alla manifestazione e, infine, Yann (Pio Marmaï) un 'gilet giallo' che nella vita fa il camionista approdato nel triage per essere stato ferito ad una gamba durante gli scontri di piazza. Ora i duetti tra l'animoso e corpulento Yann è la borghese Raf, che ricordano un po' quelli della Melato e Giannini nel film TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL'AZZURRO MARE D'AGOSTO, sono davvero esilaranti anche per la forte alchimia che c'è tra i due attori. Ma dentro quel triage-carnage pieno di gente che sta morendo, o che ha paura di morire, che è ferita e non sa cosa gli capiterà, che ha un braccialetto di priorità sbagliata e dove si mescolano poliziotti e manifestanti, succede davvero di tutto.

"Volevo fare un film che parlasse d'attualità e impegno politico, ma non sapevo come raccontare queste cose. E come a volte accade ci si è messo il caso. Sono infatti caduta, mi sono rotta il gomito e mi sono ritrovata così al pronto soccorso il primo dicembre 2018, il giorno della prima rivolta dei gilet gialli. Dunque a questo punto ho fatto un collage un po' surrealista: i gilet gialli, la notte trascorsa al pronto soccorso, il lavoro dei medici, e il fatto che fossi imbottita di farmaci". E ancora la Corsini: "Inizialmente, tutte queste persone che sono di passaggio all'ospedale non si ascoltano ma finiranno per farlo, ciascuno rimanendo tuttavia nelle sue posizioni. Perché - continua la regista- ognuno ha un'identità abbastanza forte, rappresenta una classe sociale, un luogo, un mestiere. Hanno tutti in comune il fatto di appartenere al mondo del lavoro. Ora non poter più disegnare a causa del gomito rotto è un incubo per Raf, così è per Yann che non può più guidare il suo camion mentre sullo sfondo c'è il mondo ospedaliero che lavora senza sosta". Per fare tutto questo, conclude: "Mi sono documentata, ho trascorso molte notti in ospedale e devo dire accadono cose allucinanti, stravaganti. Si percepisce chiaramente una società allo sbando che soffre e che cerca un rifugio in un luogo che ha sempre meno mezzi per rispondere a questa emergenza. Ciò è ancora più evidente oggi con il Covid che ha amplificato questi terribili momenti vissuti da tutta la categoria degli ospedalieri".

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