Sale la temperatura dello scontro in atto tra il governo e l'industria cinematografica sul taglio dei fondi per il settore. Il senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, va all'attacco dei "Paperoni del cinema senza pubblico", attori, registi "strapagati" e soprattutto quelle società di produzione che mettono al libro paga "amici e parenti, le cui funzioni non sono chiare, ma che sono ben retribuite anche o solo grazie ai soldi pubblici". E non manca di mettere nero su bianco la sua lista di autori finiti nel mirino: "Sono emersi dei nomi che voglio diffondere pubblicamente" dice il senatore azzurro che punta l'indice su Luca Guadagnino, Edoardo Gabbriellini, Gabriele Muccino, Saverio Costanzo, Paolo Genovese e Joseph Maximilian Wright.
Anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, torna sui tagli al fondo per il cinema intervistato dal Sole 24 ore: "C'è una casta che si muove a difesa dei suoi privilegi" sostiene il ministro che difende la scelta del governo di procedere con "una riforma severa per eliminare evidenti storture". Perché, ripete il ministro, "si sono sprecati milioni di euro per finanziare film che sono passati in sala per pochissimi giorni, con numeri di spettatori e incassi ridicoli.
E che in molti casi non hanno neanche avuto accesso alle piattaforme e alle tv. Prodotti che ha visto il regista e forse pochi intimi". In poche parole, "uno spreco di risorse immenso".
"La sinistra, che da sempre sostiene e foraggia una casta, urla e sbraita paventando la distruzione del settore. Niente di più falso" dichiara il senatore di FdI, Antonio Iannone, che difende la scelta del ministro di "mettere fine allo sperpero di fondi dati a film visti da pochi intimi". Insomma, è "inaccettabile continuare con questo andazzo. Anche su questo piano - dice Iannone - vogliamo far sentire la nostra voce, di cambiamento".
Pronta la replica dell'industria cinematografica. L'Anica, l'associazione di settore, in un documento in cinque punti in cui analizza le azioni necessarie per "rafforzare e razionalizzare la filiera" cinematografica ricorda alla maggioranza che "in tutti i tavoli convocati presso il ministero della Cultura" assieme ad altre associazioni rappresentative del settore, "ha costantemente assicurato disponibilità e avanzato proposte per individuare, controllare ex ante e sanzionare ex post, inefficienze e anomalie". E pure a "mettere cap all'eleggibilità delle spese, incluso un de-escalator alle aliquote". Ed evidenzia anche le responsabilità del ministero che ha una "struttura tecnico-amministrativa preposta assolutamente insufficiente - addirittura ridimensionata nell'ultimo anno - per far fronte all'enorme mole di adempimenti stabiliti da norme, decreti, regolamenti. In particolare - si nota - sono pressoché inesistenti i controlli a consuntivo". L'Anica sottolinea poi l'importanza dell'industria cinematografica per l'economia del paese: "ogni euro investito ha un moltiplicatore economico di 3,5; l'occupazione è in crescita costante" e i benefici "sono evidenti anche ai non addetti ai lavori" tant'è che "è in corso una dura competizione per attirare investimenti e creare competenze in altri Paesi europei, e in diverse parti del mondo. Sarebbe suicida per l'interesse nazionale italiano non assicurare costanza e certezza di risorse, regole e procedure, rispetto dei tempi, attraverso l'immediato potenziamento della struttura operativa del Mic, e trasparenza, incluso il rigore dei controlli".
Dunque, condivide l'industria cinematografica, "è tempo di aggiornare e correggere il tax credit," ma anche di supportare le aggregazioni di imprese italiane ed europee, tanto più ora, considerata anche la preoccupazione per il "ridimensionamento degli investimenti pubblici per Cinema e audiovisivo che potrebbe scaturire dalle revisioni normative del canone Rai".
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