(di Mauretta Capuano) La regina del thriller Patricia Highsmith, l'autrice di 'Sconosciuti in treno' che ispirò ad Alfred Hitchcock 'L'altro uomo' e della serie di cinque polizieschi con protagonista il serial killer truffatore e bisessuale Tom Ripley, a cento anni dalla nascita, il 19 gennaio 1921, ci conquista anche come autrice di storie brevi che hanno una morbidezza estranea ai romanzi e alle serie di lungo respiro.
Per il centenario esce 'Donne', sedici racconti, per la
maggior parte completamente inediti in Italia, pubblicati da La
Nave di Teseo nella traduzione di Hilia Brinis, Lorenzo Matteoli
e Sergio Claudio Perroni.
E in contemporanea arrivano in
libreria anche le nuove edizioni di 'Sconosciuti in treno',
nella traduzione di Ester Danesi Traversari, con cui la
Highsmith esordì nel 1950, e 'Ripley sotto l'acqua', tradotto da
Hilia Brinis.
Come suggerisce il titolo, le storie di 'Donne',ambientate a
New York e nei sobborghi degli anni Quaranta e Cinquanta, sono
accomunate dall'avere come perno della narrazione le donne e il
loro ruolo, anche quando non sono protagoniste.
Quasi 300 pagine che si aprono con 'La campionessa del mondo
di rimbalzi sul marciapiede', una storia sulla solitudine
dell'infanzia che vede protagonista Ellie e la madre Elspeth, e
sui fragili sogni riposti nella spinta a cambiare luogo, scritta
nel 1946 e pubblicata per la prima volta in "Woman's Home
Companion' nel 1947. E si conclude con 'Il Guardalumache'
pubblicato originariamente nel 1963 in 'Gamma' con protagonista
Mr Knoppert, che lavora in una banca d'affari, con l'hobby di
guardare le lumache e più la moglie e gli amici deplorano quel
suo passatempo ripugnante, più lui sembra "ricavarne piacere".
Grandi protagonisti delle storie sono anche il viaggio e la
scoperta di nuovi luoghi di provincia, apparentemente monotoni o
insignificanti. Come accade in 'Mattinate radiose', scritto fra
il 18 luglio 1945 e il 15 febbraio 1946, con un uomo che si
precipita giù dal treno su cui sta viaggiando quando vede dal
finestrino una cittadina ai piedi di una montagna. Fulcro dei
racconti anche piccoli dettagli come accade ne 'Le finestre
magiche', scritto tra il dicembre 1945 e la fine del febbraio
1946, che attirano ogni sera Hildebrandt in un bar deserto.
"Erano soltanto ingressi fatti in modo da sembrare le aperture
della poppa del galeone che, sbucando assurdamente da una parete
tappezzata di broccato rosso, formava l'entrata della gigantesca
Pandora Room" scrive la Highsmith in questo racconto sulla
solitudine che lei stessa ha conosciuto e perseguito.
Solitaria, sempre lontana dalle luci della ribalta, Mary
Patricia Plangman, vero nome di Patricia Highsmith è morta ad
Aurigeno, in Svizzera, il 4 febbraio 1995. Nata a Forth Worth,
in Texas, nel 1921, ha sempre indagato il confine fra il normale
e l'anormale facendolo sfumare fino quasi a svanire.
Della Highsmith bambina, figlia di genitori divorziati, si è
presa cura la nonna materna. Fin da piccola ha mostrato un
grande talento per l'arte, la pittura e la scultura, ma la sua
vera vocazione era scrivere storie. Trasferita a New York, prima
di esordire con 'Sconosciuti su un treno' ha lavorato alla
sceneggiatura di volumi di fumetti. Dai suoi libri sono stati
tratti 24 adattamenti cinematografici. Anche l'ambivalente eroe
Tom Ripley è stato una grande fonte di ispirazione per il cinema
da 'L'amico americano' di Win Wenders a 'Il talento di Mr
Ripley'di Antony Minghella a 'Il gioco di Ripley' di Liliana
Cavani.
La Highsmith è autrice anche di libri e saggi a sfondo
psicologico che raccontano l'angoscia contemporanea come
'Catastrofi più o meno naturali' del 1989 e nel suo ultimo
romanzo,'Idilli d'estate' del 1995 ha affrontato il tema della
omosessualità che lei stessa ha vissuto nelle sue relazioni.
Particolarmente apprezzata in Europa, la Highsmith si è
trasferita definitivamente nel vecchio mondo nel '63 e ha
passato gli ultimi anni della sua vita in una casa nella
campagna svizzera, vicino a Locarno, dove è morta.
"È una narratrice che ha dato vita a un mondo tutto suo, un
mondo claustrofobico e irrazionale nel quale entriamo ogni volta
con una sensazione di personale pericolo" come ha detto Graham
Greene. I suoi gialli sono ormai dei classici e lei resta una
maestra, non solo della suspence, che non finisce mai di
stupire.
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