(di Micol Graziano)
Si è tenuta oggi a Palazzo Farnese,
sede dell'Ambasciata di Francia a Roma, la prima edizione del
'Farnese à la page': tavole rotonde e dibattiti tra i
professionisti del mondo del libro. Evento nato per rafforzare i
legami culturali tra la Francia e l'Italia; l'Italia sarà ospite
d'onore al Festival del Libro di Parigi - in programma dal 21 al
23 aprile 2023 al Grand Palais Éphémère. Tra i temi all'ordine
del giorno del 'Farnese à la page': il futuro del libro.
Di questo argomento ha parlato all'ANSA Teresa Cremisi,
presidente della casa editrice Adelphi dal 2021; inoltre per
diversi anni Cremisi ha collaborato con Antoine Gallimard a
Parigi ed è stata presidente e ceo del gruppo Flammarion fino a
maggio 2015. Teresa Cremisi, il libro oggi è ancora in buona
salute? "Sono cinquant'anni che rispondo a queste domande. Il
libro non solo è in buona salute ma è un prodotto di prima
necessità. L'industria del libro è un industria matura. Non si
guadagna molto. Ma è un'industria a vita perenne. Eterna. Il
libro non scomparirà mai. Dire che il libro scomparirà è come
dire che un giorno potrebbe scomparire il cucchiaio".
Ci sono ancora lettori forti? "Certo, ci sono ancora lettori
forti, e in Italia particolarmente. In Italia valutiamo
diecimila, dodicimila persone che sono capaci di leggere spesso,
molto, e libri molto difficili".
I social non stanno togliendo spazio alla letteratura? "I
social aggiungono qualche cosa; aprono ad altro pubblico. Tutto
quello che si aggiunge nella promozione e nella diffusione del
libro è benvenuto".
Qual è il lettore tipo dell'Adelphi? "Case editrici francesi,
per esempio, penso non abbiano lettori così affezionati come ce
li ha la casa editrice Adelphi".
Quali sono gli autori francesi più amati tra quelli
pubblicati dall'Adelphi? "Emmanuel Carrère".
Cosa ne pensa degli autori italiani? "L'Italia in questo
momento vive un periodo estremamente fertile. Ci sono autori
giovani, brillanti, ed è veramente un periodo felice".
Il libro più venduto di Adelphi nell'ultimo anno? "Adesso
siamo numero uno con Buchi bianchi di Carlo Rovelli. Un libro
assolutamente originale perché Carlo Rovelli è uno scienziato
fuori norma, non è un divulgatore, è un creatore di un genere
particolare. Riesce a parlare di scienza in modo molto
personale".
In futuro, forse, i robot potranno scrivere libri. La
spaventa questo scenario? "L'intelligenza artificiale non mi
spaventa. È un'ulteriore dimostrazione dell'intelligenza umana.
Comunque lo scrittore non scomparirà mai. Quando millenni fa si
passò dalla tradizione orale alla tradizione scritta ci fu chi
disse: si passa a una tecnologia, quella della scrittura, e
questa tecnologia toglierà la forza della memoria; non solo non
è stato così ma la memoria anzi diventa memoria, di memoria, di
memoria, e così si crea l'arte".
Quindi siamo ottimisti? "Più che ottimisti".
Il libro è vivo e vegeto, affermano gli addetti ai lavori, e
i lettori come è emerso dal dibattito di 'Farnese à la page'
hanno fame di festival culturali; oggi più che mai si registra
un boom di eventi e di incontri con gli autori, è l'effetto
post-pandemia. L'incontro con lo scrittore del cuore è un
momento magico che rinforza il legame con il libro, con le
storie ed è un toccasana anche per le case editrici e i librai.
A giugno ci sarà una nuova edizione di 'Farnese à la page'
dedicata alla letteratura per ragazzi, sono previsti incontri
con scrittori e celebri nomi del mondo del fumetto. Tra gli
autori più amati in Francia si annoverano Alessandro Baricco,
Erri De Luca, Roberto Saviano, Milena Agus, esponente della
nuova letteratura sarda, Erri De Luca, Elena Ferrante, Rosella
Postorino, Goliarda Sapienza.
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