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Il Fucino, quell'Olanda d'Italia che contesta Silone

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Il Fucino, quell'Olanda d'Italia che contesta Silone

Felice, bonifica e riforma contro immobilismo letterario

PESCARA, 17 aprile 2023, 14:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Luca Prosperi) COSTANTINO FELICE 'UNA STORIA ESEMPLARE. FUCINO: BONIFICA, RIFORMA AGRARIA, DISTRETTO AGROINDUSTRIALE" (P. 198, 18 EURO, DONZELLI EDITORE) - L'Olanda d'Italia è nel mezzo del paese, incastrata tra le montagne d'Abruzzo. Lo affermavano già i contemporanei, ma alla luce del saggio di Costantino Felice, storico tra i più puntuali del Mezzogiorno, la grande epopea del Fucino rivista con una luce più ampia acquista un valore diverso anche oggi.
    Il prosciugamento del terzo lago d'Italia ad opera della famiglia Torlonia ricorda la lotta feroce dei Paesi Bassi per acquisire terre alla vita dei cittadini, ma soprattutto nel "Una storia esemplare. Fucino: bonifica, riforma agraria, distretto agroindustriale" (p. 198, 18 euro, Donzelli Editore), opera una svolta in quel rapporto tra storia e letteratura che ha contribuito a sedimentare alcuni stereotipi. Perchè la tesi di Felice, già docente all'Unichieti, è che c'è uno scarto reale tra la figura di un Silone, per esempio, è ciò che veramente accadde.
    Nella percezione pubblica insomma l'immagine del Mezzogiorno immobile, statico, riappare anche in autori come Carlo Levi o Iovine, e nel caso del Fucino abruzzese la tesi dominante del cafone siloniano è dura da smuovere: eppure, storia alla mano, le cose non sono andate proprio così.
    Da parte di Silone ci fu quindi una visione 'astorica', decontestualizzata: la bonifica del lago promosse la creazione di una classe dirigente imprenditoriale da parte anche dei Torlonia, la Banca del Fucino stessa, ossia il controllo della finanza e la creazione di una industria moderna agroalimentare, e quindi la conseguenza di una creazione di classe dirigente politica di livello nazionale sia nella Dc che nel Pci, e sindacale, oltre che una partecipazione vera alla Resistenza.
    Se è comunque vero lo sfruttamento delle classi lavoratrici denunciato da Silone, è pur vero che le sinistre e il movimento sindacale denunciarono invece lo sfruttamento dei contadini e dei braccianti, e che questo sistema verrà abbattuto proprio con la Riforma Agraria degli anni 50, che ha donato al comprensorio marsicano la classe imprenditoriale e politica tra le più dinamiche del Mezzogiorno. Smentisce insomma l'immagine classica di familismo amorale o di mancanza di intraprendenza.
    Molto merito viene dato ai Torlonia, che con la barbabietola e la patata dettero il via ad una cultura agroindustriale: ma ciò che più emerge dal saggio è che come ha detto in una occasione Felice "la bonifica del Fucino è stata un'opera ingegneristica di altissimo livello scientifico e tecnico, senza pari nel continente. Dopo il prosciugamento il Fucino è diventato un complesso agrario di spessore, di circa 14mila ettari, presentato come modello di sviluppo europeo. Da qui inizia la modernizzazione agricola, l'area dove il movimento contadino ha raggiunto i più alti livelli di maturità politica e sindacale".
   
   

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