"Il greco antico è stata la storia
più lunga e bella della mia vita", aveva scritto Andrea
Marcolongo nel 2016, all'epoca della pubblicazione del suo
bestseller internazionale La lingua geniale, 9 ragioni per amare
il greco (Laterza), e da allora quel legame non si è mai
interrotto. L'autrice ha dato il via ieri, con la sua lectio
d'apertura 'La lingua, il mito, la luna. Come ho iniziato ad
amare la Grecia antica e perché non ho più smesso', al programma
letterario che vede la partecipazione dell'Italia come ospite
d'onore alla Fiera Internazionale del Libro di Salonicco, in
corso fino all'11 maggio presso il centro espositivo
TIF-Helexpo, all'insegna del tema scelto "Orizzonti vicini".
"C'è un'identità greca che crediamo tutti di sentire, quando
leggiamo autori classici come Platone o Omero, è una sorta di
miraggio della civiltà occidentale: nel Rinascimento nessuno
andava in Grecia, Dante non conosceva il greco antico eppure la
cultura greca era più viva che mai in Italia e in Europa",
racconta Marcolongo all'Ansa. "O penso a Lord Byron, che
conosceva Omero tramite l'inglese, ed è arrivato a morire per
sostenere l'indipendenza dello stato ellenico".
L'ultimo libro di Marcolongo, Spostare la luna dall'orbita
(Einaudi) è il racconto di una notte spesa nel museo
dell'Acropoli, in compagnia dei marmi del Partenone. "Sarebbe
bello passare anche un giorno nell'aeroporto di Atene a chiedere
ai turisti cosa si aspettano di trovare in Grecia. Perché
ciascuno proietta su questo Paese un'aspettativa, un sogno, una
prospettiva diversa", racconta la scrittrice, che in Grecia è
stata tradotta dalle edizioni Pataki. Laureata in Lettere
classiche all'Università degli Studi di Milano, Marcolongo ha
raccontato il suo amore per il mondo classico in libri come La
misura eroica, Alla fonte delle parole (entrambi per Mondadori),
La lezione di Enea e De arte gymnastica, da Maratona ad Atene
con le ali ai piedi (quest'ultimi per Laterza).
"Tramite il liceo classico e l'istruzione pubblica italiana, un
bene prezioso di cui dobbiamo andare fieri, ho scoperto il greco
antico: vorrei dire ai ragazzi che questo studio non ha nulla di
elitario, come talvolta si è voluto far credere, ma invece è
utilissimo a riscoprire i geni della nostra anima europea, e a
capire chi vogliamo essere", racconta.
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