Chissà cosa sarebbe successo se quella mail, che nel 2012 le annunciava le nomination ai Los Angeles Music Awards e che lei considerò uno scherzo e cestinò senza troppi pensieri, non fosse arrivata una seconda e poi una terza volta. Chissà se oggi Giuseppina Torre, pianista e compositrice 37enne di Ragusa scoperta dagli States grazie a un brano pubblicato "quasi per scherzo" su iTunes, sarebbe stata comunque qui - con gli occhi che le brillano e la consapevolezza di chi vede riconosciuto il proprio lavoro - a raccontare del suo album d'esordio: Il silenzio delle stelle (pubblicato da Bideri e distribuito su etichetta Sony Classic). Un'artista in fuga, che ha trovato negli Stati Uniti quello che l'Italia non le aveva riconosciuto, assegnandole ben quattro Los Angeles Awards (dedicati alla musica indipendente), un International Music Entertainment e un Academy Award. "In America hanno apprezzato la mia originalità e la mia poesia. Forse in Italia - dice lei, quasi a scusarsi - c'è un po' di distrazione e superficialità. Si è concentrati più su altri generi musicali come la musica leggera e si dà poca importanza a artisti come me che fanno musica più impegnata. Troppi talent, troppa saturazione". Ma Giuseppina, da sempre impegnata nella sua attività concertistica, ora può raccontare e raccontarsi nel suo disco, che vanta anche collaborazioni importanti come i Solis String Quartet, COnsiglia Licciardi, Michele Signore e Fabrizio Bosso.
"Il silenzio delle stelle - spiega Torre all'ANSA - racconta me stessa. E' rivolto molto al mondo dell'introspezione perché attraverso le mie composizioni cerco di andare oltre il visibile, oltre il percettivo materiale. E cerco di orientarmi dentro il labirinto del cuore". Una "rabdomante delle emozioni", è la definizione che nasce durante la chiacchierata, durante la quale racconta anche di quando incontrò in aereo Franco Battiato. "Fu per caso, per una richiesta di cambio posto, che finii seduta accanto a lui su un Catania-Brindisi. Abbiamo parlato per tutto il volo, ma io gli ho rivelato solo alla fine che ero una musicista. Lui si è stupito e alla fine mi ha dato una sua poesia. Mi ha chiesto di musicarla e appena avrò un po' di tempo e concentrazione lo farò". I suoi compositori di riferimento contemporanei sono Ludovico Einaudi e Michael Nymann. "Mi piace l'atmosfera che sanno creare con le note. Il respiro che ha la loro musica". Lo stesso che cerca nelle sue composizioni. "Io traggo ispirazione dal mio vissuto, cerco di captare le mie emozioni e di far sì che anche l'ascoltatore possa fare lo stesso lavoro di ricerca su di sé". Durante la sua permanenza negli States ("la California mi piace, ma non potrei mai abbandonare la mia Sicilia") ha incontrato altri "artisti in fuga" come Gabriele Muccino. "Siamo tutti in fuga. Ma siamo noi stessi i primi a non apprezzarci. E poi da noi una volta che esci dal Conservatorio non sai come affrontare il palco e al primo insuccesso se non sei caparbio ti tiri indietro. Negli Usa impari anche a gestire queste situazioni".
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