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Su il sipario in carcere, in scena 20 attori detenuti

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Su il sipario in carcere, in scena 20 attori detenuti

Cagliari, sul palco testo di Giacobbe e musica dei Tazenda

CAGLIARI, 01 luglio 2021, 13:44

Redazione ANSA

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Liberi dentro. Un gioco di parole, ma anche la sintesi dello spettacolo andato in scena nella sala della biblioteca del carcere di Uta, alle porte di Cagliari. Attori e musicisti, i detenuti dell'istituto penitenziario. L'aiuto "tecnico" è arrivato da fuori, quello della compagnia teatrale Cada die, che ha preparato i protagonisti dello spettacolo. La scena più bella? Quando un attore detenuto, tra l'altro bravissimo, si è fermato a metà di un lungo monologo, forse tradito dall'emozione e dalla memoria.
    E gli altri compagni di carcere seduti tra il pubblico hanno applaudito, coprendo il vuoto. E consentendo a chi era in scena di riprendersi.
    Un lavoro di squadra tra chi ha lavorato all'opera e chi ha assistito: un senso di solidarietà che ha illuminato il pomeriggio di un posto dove le giornate spesso sono tutte uguali. "Grazie per questa opportunità - ha detto a fine spettacolo un giovane detenuto - perché ci ha consentito di impegnare il tempo in maniera proficua. E penso che sia la buona strada per un futuro personale migliore". Sul palco venti detenuti e quattro nazionalità di provenienza: Algeria, Italia, Nigeria, Venezuela. Tutti che in scena parlavano l'italiano. E addirittura il sardo perché il testo era "Arcipelaghi", tratto dal romanzo della scrittrice nuorese Maria Giacobbe. Per tutti una prima volta. Ma chi li ha guidati, Pierpaolo Piludu e Alessandro Mascia, non ha potuto nascondere la sorpresa di aver trovato dei talenti naturali. "Anche se all'inizio - confessano - sembrava con questo spettacolo di non andare da nessuna parte.
    Poi tutto si è messo a posto naturalmente".
    E la resa è stata ottima: attori detenuti convincenti e coinvolgenti. Perché c'è un futuro, anche di teatro, oltre le sbarre. Una porta è mezzo aperta. "Siete tutti invitati ai laboratori, faremo ancora teatro insieme", promette Piludu.
    Recitazione, ma anche molta musica con una predilezione per i Tazenda, da Terra Madre a Mamoiada. C'è stata anche una produzione originale, composta da due detenuti.
   

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