Moni Ovadia lascia la direzione del Teatro Comunale di Ferrara. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle sue posizioni sulla questione mediorientale, lo ha annunciato lo stesso attore, in un'intervista al Corriere.it., dove ha detto che venerdì presenterà le dimissioni.
Moni Ovadia stato al centro delle polemiche per le prese di posizione critiche sulle responsabilità del governo israeliano e del premier Netanyahu sulla crisi. "La maggioranza del Consiglio d'amministrazione e del Consiglio Comunale sono contro di me, quindi hanno tutti gli strumenti per mettermi all'angolo.
Siccome sono un uomo libero, anticipo questa cosa ma constato che l'Italia è un regime, non è una democrazia neanche da lontano", dice.
È alla guida del teatro intitolato a Claudio Abbado da quattro anni, nominato dal sindaco leghista Alan Fabbri, che aveva appena strappato la guida della città al centrosinistra per la prima volta nel dopoguerra. Una scelta considerata insolita, visto che Ovadia non ha mai nascosto le sue simpatie di sinistra e sponsorizzata dal ferrarese Vittorio Sgarbi, che infatti è stato il primo a prendere le sue difese dopo l'annuncio delle dimissioni.
A sollevare la questione era stato il senatore ferrarese di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, commentando le feroci critiche che Ovadia aveva mosso al governo israeliano. "Mi vergogno - le parole di Balboni - di aver accolto Moni Ovadia al vertice della istituzione culturale più prestigiosa della città come il nostro teatro".
"Dal 1994 - dice Ovadia - denuncio le politiche del governo di Israele. Spero che questo mio piccolissimo gesto serva a mettere in avviso cittadini italiani: quando attacchi le opinioni inizi a prefigurare la tirannia. Ho detto che la responsabilità di tutto quello che è accaduto ricade sul governo israeliano. Non ho detto 'Viva Hamas'. Ho scritto cose molto, molto più forti in questo senso in passato. Fino a ieri ero intenzionato a non dimettermi ma a farmi cacciare, ma non voglio danneggiare il teatro e i suoi lavoratori. Questo è il nuovo fascismo: stigmatizzare l'opinione delle persone criminalizzandole".
Fra Fdi dal quale è partito l'attacco a Ovadia e il sottosegretario Sgarbi che definisce le sue dimissioni "una sconfitta della democrazia e della libertà di pensiero", c'è il sindaco Alan Fabbri (Lega), che era in Sardegna per una serie di iniziative e che non ha commentato in attesa di parlare con i diretti interessati. Toccherà a lui provare a trovare una mediazione nella coalizione che lo sostiene, a otto mesi dalle elezioni dove andrà in cerca di una riconferma.
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