Il Teatro Torlonia si conferma luogo
di incontro tra teatro e letteratura, uno spazio in cui la
parola scritta prende vita sulla scena, offrendo al pubblico uno
sguardo inedito sulla città di Roma: Racconti Romani.
Curato da Emanuele Trevi ed Elena Stancanelli il ciclo di
appuntamenti porta la letteratura a teatro attraverso la messa
in scena i testi di sei grandi autori del Novecento: Ennio
Flaiano, Anna Maria Ortese, Goffredo Parise, Alberto Moravia,
Antonio Debenedetti e Natalia Ginzburg.
Ora arriva il quarto appuntamento del ciclo Racconti Romani
che, dal 4 al 6 aprile, porta in scena le pagine di una delle
più grandi scrittrici italiane del Novecento, Vita immaginaria
di Natalia Ginzburg, un viaggio teatrale per la regia di
Maddalena Maggi con l'interpretazione di Iaia Forte, che darà
voce alla Roma malinconica e contraddittoria della scrittrice,
in un monologo che esplora i sentimenti contrastanti che la
città eterna suscita.
Vita immaginaria è un viaggio intimo e personale nella Roma di
Natalia Ginzburg, una città che diventa specchio delle emozioni
umane, un luogo in cui si intrecciano ricordi, desideri e
disillusioni, e che il monologo di Iaia Forte, intenso e
coinvolgente, trasporta in un'atmosfera sospesa tra passato e
presente, tra sogno e realtà.
Dopo la messinscena di Sillabari di Goffredo Parise,
Maddalena Maggi torna a indagare l'anima di Roma attraverso le
parole di un'altra figura chiave della letteratura italiana,
restituendoci un racconto di nostalgia, di amori perduti e
ritrovati, di una città che seduce e respinge, che incanta e
delude: "Roma è un'entità vivente, che suscita amore, disamore,
seduzione e disillusione. I racconti romani della Ginzburg hanno
il sapore della nostalgia amorosa, la nostalgia del primo amore,
la delusione di un amore grande e assoluto che improvvisamente
mostra il suo lato nascosto, storto, sporco, rumoroso e più di
tutto hanno la nostalgia di come un tempo eravamo - racconta la
regista - In un monologo che ha diversi echi temporali e che a
tratti conversa con i suoni della città, grande diventa la
delusione, si affaccia il proposito di fuggire, abbandonare,
dimenticare ma non possiamo dimenticarci di noi e alla fine come
dice Natalia Ginzburg 'i sentimenti che ci ispirano le città
che abitiamo da molti anni, dopo una lunga abitudine di
convivenza, mescolano nell'affetto, insofferenza e rabbia ma
questa insofferenza e la rabbia non logorano l'affetto ma anzi
lo rendono più forte, profondo e inestinguibile. Roma oggi non
mi piace più e sembra non piacere più a nessuno, però tutti la
amiamo perché le città, come le persone, si amano in verità per
nessuna ragione' ".
Dopo Maddalena Maggi, il ciclo proseguirà con le regie di
Lucia Rocco, che dirige Racconti romani di Alberto Moravia
(dall'8 all'11 maggio) e La lente scura di Anna Maria Ortese
(dal 5 all'8 giugno).
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