E' una storia fatta di strade buie e
passi nella notte, lame affilate e colpi di pistola,
inseguimenti mozzafiato e confessioni drammatiche, ma anche di
sorrisi beffardi e sguardi ironici, di battute taglienti e lampi
di genio, quella che unisce, sempre sul filo del brivido e lungo
più di mezzo secolo, l'iconico Commissario Maigret in bianco e
nero con il volto di Gino Cervi al contemporaneo Commissario
Montalbano interpretato da Luca Zingaretti: ha un fascino
irresistibile "Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e
nero Rai. La mostra", ospitata negli spazi del Museo di Roma in
Trastevere dal 7 ottobre al 6 gennaio e inaugurata oggi alla
presenza del Presidente della Rai Marcello Foa. Un percorso
multimediale tematico-cronologico a cura di Maria Pia Ammirati e
Peppino Ortoleva, scandito in 200 fotografie, tra b/n e colore,
tratte da circa 80 programmi televisivi, con 5 installazioni
video e alcune postazioni sonore, per raccontare con il
patrimonio delle Teche Rai la trasformazione di un genere, il
giallo e noir investigativo, con il quale la più grande azienda
editoriale del Paese ha parlato agli italiani, facendoli sognare
e appassionare, coniugando tra adattamenti, "teleromanzi" e poi
con la fiction e le serie tv la cultura popolare a una
narrazione televisiva di altissima qualità. In questa carrellata
espositiva - nata da un'idea di Stefano Nespolesi, la mostra è
realizzata in collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto
Mondadori e INA, Institut National de l'Audiovisuel - traspare
anche il racconto di un'Italia che in quasi 70 anni si è
trasformata radicalmente e che la tv pubblica ha saputo cogliere
fino nelle sfumature. "A ogni fiction si scrive una pagina di
storia sociale. L'investimento sul patrimonio delle teche Rai
richiede energie importanti ma è fondamentale perché preserva la
memoria del Paese", ha detto all'ANSA Marcello Foa, passeggiando
tra i corridoi della mostra con il vice sindaco del comune di
Roma Luca Bergamo, con Renzo Arbore, Marisa Laurito e Alessandro
Preziosi, "Gli sceneggiati sono fantasia ma rispecchiano la
realtà e la cultura sociale, mostrano come è cambiata la morale
e fanno vedere ai giovani cosa era l'Italia".
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