(di Lucia Magi)
L'attore Sebastian Stan è
stato candidato all'Oscar per la sua trasformazione nel giovane
Donald Trump in 'The Apprentice', ma ha vinto il suo primo
Golden Globe e l'Orso d'argento a Berlino con un film in cui per
metà indossa una maschera e per l'altra metà vorrebbe tornare a
indossarla. 'A different man' arriva finalmente in Italia il 20
marzo, distribuito da Lucky Red.
"L'umorismo funziona sempre come un antidoto per affrontare
argomenti difficili e sentimenti scomodi", ha dichiarato in
conferenza stampa a Los Angeles l'attore, nato in Romania nel
1982 e arrivato da bambino a New York. "La sceneggiatura
percorre una linea sottile tra tragedia e commedia: ci sono
momenti strazianti, ma poi non si può fare a meno di trovarci
dell'umorismo. Sfortunatamente, la miglior commedia nasce dal
dolore".
Come ha fatto anche The Substance nella passata stagione, A
Different Man esplora quanto la nostra identità sia legata
all'aspetto fisico e quanto i giudizi altrui possano essere
crudeli, ricorrendo al fascino narrativo del doppio. Ma la
commedia nera scritta e diretta da Aaron Schimberg non indugia
sul body horror e non diventa un thriller come il film con Demi
Moore e Margaret Qualley. Sceglie suggestioni alla Cronenberg e
Lynch, ma ricorda anche Woody Allen con la sua New York
autunnale piena di teatri indipendenti, vicini invadenti e
intellettuali frustrati.
La storia segue Edward (Stan), un aspirante attore affetto da
neurofibromatosi, una malattia genetica in cui i tumori crescono
sotto la pelle. Ha colpito principalmente il suo viso,
distorcendone i lineamenti. Ha poca fiducia in se stesso, e non
aiuta il fatto che il suo ultimo ingaggio sia in un video di
formazione aziendale dai toni paternalistici, che invita gli
spettatori ad "accettare" e "includere" i colleghi con
disabilità facciali.
Edward vive appartato nel suo piccolo appartamento, finché la
solare Ingrid (Renate Reinsve) si trasferisce alla porta
accanto. È un'aspirante drammaturga e lei ed Edward stringono
amicizia. Forse lui si innamora e il suo senso di inadeguatezza
lo spinge a sottoporsi a una pionieristica operazione che gli
dona un volto nuovo.
Edward diventa "a different man" ma, dietro le nuove
sembianze, non trova più sé stesso né la felicità. Diventa
chiaro quando incontra Oswald, interpretato da Adam Pearson, che
a differenza di Stan ha davvero la neurofibromatosi. Con la sua
presenza carismatica e spensierata, Oswald dimostra di aver
trovato un modo per vivere senza sentirsi in difetto, senza
nascondersi. E alla fine, è proprio lui a rubare la scena a
Edward, con il suo volto omologato.
"Il personaggio ha preso forma quando ho indossato la
protesi. La portavo anche per girare per New York, e ha
influenzato tutto: il mio modo di camminare, di parlare, di
guardare la gente. Era come se una gravità gigantesca mi facesse
implodere su me stesso", riflette Stan che ha alle spalle tanti
anni di lavoro a Broadway e che si è fatto conoscere sul grande
e piccolo schermo come Soldato d'Inverno della Marvel, da
'Captain America: Il primo vendicatore' fino alla miniserie
Disney+ The Falcon and the Winter Soldier (2021). Ha
interpretato Tommy Lee nella miniserie Hulu 'Pam & Tommy' e 'I,
Tonya' nel 2017. "La cosa più importante che ho imparato girando
questo film con Adam è quello che mi ha detto sua madre: -
conclude - 'Ho sempre desiderato che qualcuno si mettesse nei
suoi panni, anche solo per un giorno. Penso che tu ci sia andato
vicino'. Non voglio dimenticare cosa prova chi vive sentendosi
sempre emarginato o giudicato".
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