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Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre

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Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre

Ti ricordi la Casa Rossa, il mio primo e ultimo libro

ROMA, 21 marzo 2014, 13:29

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

GIULIO SCARPATI, IO E LA MEMORIA DI MIA MADRE - RIPRODUZIONE RISERVATA

GIULIO SCARPATI, IO E LA MEMORIA DI MIA MADRE - RIPRODUZIONE RISERVATA
GIULIO SCARPATI, IO E LA MEMORIA DI MIA MADRE - RIPRODUZIONE RISERVATA

   ''Non c'è futuro, e senza futuro il presente è solo il passato. Per questo sono qui accanto ma non mi vedi. O mi vedi e non mi riconosci. Mi fissi e mi attraversi con lo sguardo. Vedi altro. Vedi altri, di altri tempi''. Mentre una madre perde inesorabilmente la memoria, il figlio non fa che ricordare, anzi impara a ricordare. In 'Ti ricordi la Casa Rossa, lettera a mia madre' (Mondadori, 144 pagine, 16,00 euro) l'attore Giulio Scarpati torna a raccontare alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio a Licosa, nel Cilento, per anni loro meta estiva e luogo a lei particolarmente caro, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, dei nomi, di una vita intera. Si tratta del primo libro di Scarpati ma a sentir lui ''sarà anche l'ultimo'', assicura in una conversazione con l'ANSA -. E' stato molto doloroso - confessa - volevo mollare. Sono riuscito ad arrivare in fondo solo perché avevo l'urgenza di restituire a mia madre quella dignità del suo passato che aveva smarrito per strada, la sua personalità, i suoi ricordi, la sua memoria. All'inizio è stato difficile perché per primo non accettavo la sua malattia, non la guardavo negli occhi. Pensavo a torto che bastasse metterle le cuffie dell'iPod, farle ascoltare la musica classica o napoletana che amava tanto per riportarla indietro, mi raccontavo da solo una grande balla, continuavo a mentire. Noi uomini talvolta siamo così, ci ostiniamo a fuggire di fronte alla malattia. E' strano, perché invece mia madre non faceva che voler scappare di casa per andare non si sa dove, una volta a Budapest con il taxi''. Il libro affronta un tema importante, ma senza tralasciare l'ironia, perché ora il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della madre è il set dei ricordi del figlio. Nell'itinerario percorso in direzioni contrarie c'è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche fortunato luogo dell'anima. Risalendo di ricordo in ricordo, attorno alla Casa Rossa, il cuore della memoria condivisa, ruotano gli aneddoti più malinconici ma anche più divertenti, a partire dal periodo della guerra e dai vecchi rituali cilentani, l'esplorarsi dei corpi, la scoperta del sesso. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l'alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista fino ai suoi primi lavori teatrali (Il trionfo dell'amore, Prima del silenzio, Lorenzaccio, Orfani, Ifigenia, L'idiota...) , il periodo di attivismo politico negli anni Settanta, l'avventura del cinema (Il giudice ragazzino, Pasolini, Chiedi la luna, Cuori al verde, Italiani, Mario Maria e Mario...) e il grande successo in tv. L'arrivo in casa di Nora: ''Come te era polemica e volitiva, mai una sottoposta che pagava l'omaggio al capo. Sarà per questo che dopo cinque anni di convivenza, quando le chiesi di sposarmi, tu arrivasti a domandarmi: 'Sei proprio convinto di lei?'. Non è una bella cosa da chiedere a un figlio innamorato, qualche giorno prima delle sue nozze. Certo Nora non concedeva nulla alla diplomazia, no mamma non l'ha imparata neanche adesso, ma allora eravamo due ragazzini...''. Scarpati forse per la prima volta si mette a nudo anche sul privato: di lei non si sapeva nulla o quasi? ''Si è vero, ma lo dovevo a mia madre. Ho imparato a ricordare da lei che dimentica, ma anche quanto è importante comunicare, non essere rigidi. Io sono stato anche un gran rompicoglioni nella vita, diciamocelo. Mi sono anche reso conto di quanto i valori dei ricordi cambino a seconda del significato che ognuno di noi attribuisce loro. Ho scritto questo libro per tutte le persone che si trovano a vivere situazioni simili, io ho ha avuto la fortuna di avere una famiglia numerosa accanto, ma c'è tanta gente che vive questi drammi in totale solitudine. Mi piacerebbe poter fare qualcosa, pensare a strutture di auto-sostegno sul modello di quelle che esistono nei paesi nordici''. Scarpati è in tournée con una pièce tratta dal romanzo L'oscura immensità della morte di Massimo Carlotto, per la regia di Alessandro Gassman. Scarpati, che non sarà nella nona stagione di Un medico in famiglia, a marzo torna su Rai1 con Fuoriclasse, al fianco di Luciana Littizzetto, in cui vestirà i panni di ''un preside un fuori dal comune''.

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