(di Mauretta Capuano) PIERO BOITANI, OVIDIO-STORIE DI METAMORFOSI (IL MULINO, PP.
150, EURO 14,00).
Il movimento dei
corpi, il gioco dei suoni, la tecnica narrativa per cui le
storie nascono una dentro l'altra e diventano a loro volta fasi
di trasformazione. Ovidio "è un maestro di scrittura e di
immagine. E' moderno e postmoderno, è aperto a tutto" dice
all'ANSA Piero Boitani che al poeta delle Metamorfosi ha
dedicato un saggio in cui racconta "il divenire che sfida il
tempo".
Ninfe che diventano stelle, alberi. Corpi maschili, femminili,
astrali che si trasformano. Eco che ripete le frasi di Narciso.
Boitani ci fa entrare in questa dimensione con 'Ovidio. Storie
di metamorfosi' , accompagnato da immagini, con cui si inaugura
la nuova collana de Il Mulino, 'La voce degli antichi' dove
autori con storie intellettuali diverse fanno risuonare le
parole dei classici attraverso le loro opere. Li rileggono con
noi trasmettendoci la loro passione, facendone dei testi
divulgativi e preziosi anche per gli studenti. "Ovidio è
fantastico e unico nel modo di narrare e raccontare la mitologia
e il mondo attraverso le trasformazioni. Dopo l'Odissea, Le
Metamorfosi sono il poema narrativo più straordinario
dell'antichità e non solo. E' difficile trovare qualcosa di
simile anche successivamente" spiega Boitani. Professore
emerito alla Sapienza di Roma, Boitani nel 2016 ha vinto il
premio Balzan per la letteratura comparata, è un esperto di
Ulisse e dell'Odissea, ma questa volta ha ceduto al fascino di
Ovidio di cui traccia un ritratto nell'introduzione critica,
propone una personale scelta delle sue 250 storie - da Fetonte e
Icaro a Eco e Narciso e Piramo e Tisbe - e dedica un
interessante capitolo alle interpretazioni dell'opera date nei
secoli.
"Le storie sono brevi. Quella di Dafne e Apollo, tra le più
belle, è di poco più di 100 esametri, come un canto della Divina
Commedia. Sono perfette per i giovani che oggi vanno in fretta.
Per la tecnica narrativa che usa, per le similitudini e il
procedimento per nulla scontato è stato tutto un trionfo di
Ovidio nella pittura. Ha affascinato tutti, dal Medioevo in poi,
oltre a Caravaggio" sottolinea Boitani che ricorda come Calvino
abbia dedicato tutta la prima lezione americana al poeta delle
Metamorfosi. E come Dante e Shakespeare abbiano usato Ovidio nei
momenti cruciali.
"Ovidio strega, ammalia, avvince. Non potrebbe essere altrimenti
per un poeta che compone un carmen continuum, un canto senza
interruzioni delle favole antiche. Dove le storie nascono l'una
dall'altra, si intrecciano, riaffiorano in sequenza
velocissima". Trasgressive, piene "di analogie esplicite" nelle
Metamorfosi "c'è una parità essenziale tra tutto ciò che esiste,
contro ogni gerarchia di potere e di valori" sottolinea l'autore
del libro.
Una parte è dedicata alla figura dell'artista perchè Ovidio,
spiega Boitani, "suggerisce fortemente una serie di personaggi,
da Orfeo a Medusa a Pigmalione, che sono artisti narratori in
cui lui si identifica, in parte. La Medusa è artista suprema che
ti immobilizza, ti trasforma in una statua".
Con Ovidio si passa dal perturbante all'esaltante e nei secoli
"si sono fatte molte allegorie per salvarlo. Leggere Ovidio per
i cristiani antichi era uno scandalo però trasformano il
significato delle storie. Lui parla di eros e lo fanno diventare
caritas" dice Boitani che si sofferma anche su alcuni
particolari che potrebbero sfuggire. Come il paradosso per cui
la madre di Narciso alla sua nascita va diaTiresia e chiede se
il figlio avrà lunga vita. "Sì, se non conoscerà se stesso" dice
l'indovino. Ma "conosci te stesso" è la massima fondamentale" fa
notare il critico che in chiusura del volume ha scelto il libro
III delle Metamorfosi.
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