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La tomba di san Pietro, storia di Margherita Guarducci

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La tomba di san Pietro, storia di Margherita Guarducci

Tiziana Lupi svela dono dimenticato della studiosa alla Chiesa

ROMA, 09 maggio 2025

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Marzia Apice) TIZIANA LUPI, LA TOMBA DI SAN PIETRO.
    LA STORIA DIMENTICATA DI MARGHERITA GUARDUCCI (Edizioni Minerva, pp.160, 15 euro). Un antico graffito finalmente decifrato, il ritrovamento tra mille difficoltà e diffidenze delle ossa dell'Apostolo Pietro nelle Grotte Vaticane, con la conferma che la Chiesa di Roma, con la basilica più importante del mondo, il cuore della cristianità, venne fondata materialmente sui resti mortali del santo. Non è solo un bel romanzo, ma anche un atto di giustizia storica nei confronti di un'eccellente studiosa ingiustamente inghiottita dall'oblio "La tomba di san Pietro. La storia dimenticata di Margherita Guarducci", il libro della giornalista Tiziana Lupi pubblicato da Edizioni Minerva. Una vicenda affascinante e di grande attualità, ora che gli occhi del mondo sono tutti puntati sul Vaticano, dopo la morte di un papa riformatore e lungimirante come Francesco, che ha aperto la strada per una maggiore partecipazione e valorizzazione delle donne nei vari livelli della Chiesa.
    Unendo il rigore scientifico a elementi romanzati, l'autrice ha voluto riportare l'attenzione sulla figura di una studiosa, schiva e riservata ma estremamente competente e determinata, a cui la Chiesa deve uno dei più grandi "doni" mai ricevuti: fu infatti Margherita Guarducci, grande epigrafista e prima donna a ottenere la cattedra di Epigrafia greca alla Sapienza, la responsabile nel 1963 del ritrovamento delle reliquie dell'Apostolo, dopo aver identificato il significato di un graffito ("Pietro è qui") e ottenuto la possibilità di scavare nelle viscere di San Pietro. Grazie al suo lavoro, quindi, l'epigrafista confermò alla Chiesa quello che per secoli la tradizione aveva affermato, ossia che la basilica era stata edificata sulle ossa di Pietro, morto a Roma durante la grande e feroce persecuzione contro i cristiani ordinata dall'imperatore Nerone nel 67 d.C., dopo il terribile incendio che aveva distrutto la città. Eppure, per la sua straordinaria scoperta Guarducci non ricevette alcun riconoscimento, anzi fu trattata con freddezza e ostilità da accademici e Vaticano, talmente chiusi e maschilisti da reputare impossibile poter celebrare i meriti di una donna, fiera e cattolica. Con la prefazione di Marco Spagnoli, il libro ha il pregio di proporsi a un pubblico ampio, non soltanto di studiosi: con un linguaggio accessibile e una narrazione coinvolgente, "La tomba di san Pietro" racconta l'Italia fascista, l'università dominata dagli uomini, l'ambiente vaticano chiuso alla leadership femminile, restituendo il contesto culturale e politico dell'epoca. Ma soprattutto ha il merito di mettere al centro Margherita Guarducci, dando idealmente voce a una donna fuori dagli schemi, fedele alla propria missione scientifica e spirituale, "l'antifascista scomoda", la "virgo potens" come la chiamavano i suoi colleghi con ironia e rispetto. La studiosa, scrive Spagnoli, è stata "una figura di conservatrice anomala: emancipata da un lato, al limite del reazionario dall'altro e per questo volutamente ignorata dalla Sinistra e vagamente ricordata dalla Destra come comunque una personalità scomoda".
    Forse adesso i tempi sono maturi per renderle giustizia.
   

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