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Anbi, riaprire la concertazione sull'uso delle acque reflue

Anbi, riaprire la concertazione sull'uso delle acque reflue

'Rischio contrapposizione fra interessi economici e cibo sano'

ROMA, 17 dicembre 2024, 11:29

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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L'Anbi si muove in Europa e chiede al ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, "la riapertura della concertazione sull'uso delle acque reflue" rilevando che "c'è un rischio contrapposizione fra interessi economici e cibo sano".
    La bozza di decreto del presidente della Repubblica sul Regolamento per il riutilizzo delle acque reflue affinate, predisposta dal Mase, "introduce elementi ostativi all'uso da parte dei Consorzi di bonifica", scrive il presidente dell'Associazione nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), Francesco Vincenzi aggiungendo che "se i costi della depurazione sono in tariffa perché a pagare deve essere l'agricoltura per produrre cibo sano? Gli interessi economici mettono a rischio salubrità alimentare ed ambientale".
    Il decreto, aggiunge, contiene elementi, che possono gravare economicamente sui comparti agricoli e sulla gestione dei territori, operata dai Consorzi di bonifica, nonché essere "possibile causa di scontro con i gestori degli impianti di trattamento e con il Servizio idrico integrato". Per questo, Anbi chiede che Pichetto "apra urgentemente un'ulteriore fase di concertazione, coinvolgendo non solo gli enti regolatori (Arera), istituti ed istituzioni governative, ma anche i principali portatori di interesse, gli enti intermedi e il mondo produttivo".
    Anbi sollecita anche un'azione dell'unione di rappresentanza agricola Copa-Cogeca nei confronti della Direzione generale Ambiente della Commissione europea, dove il testo del Dpr è giunto per una valutazione.
    L'associazione osserva che è "intollerabile che i costi della depurazione di un'acqua idonea a produrre cibo sano possano essere scaricati sui Consorzi di bonifica, che hanno come obbiettivo solo i costi di gestione in pareggio, invece che sopportati da aziende con grandi utili e che per tale servizio già impongono una tariffa".
   

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