(di Enrica Piovan)
Più fondi per calmierare le bollette,
proroga di un mese dello sconto benzina, due miliardi e mezzo
per ampliare il taglio del cuneo fiscale e anticipare la
rivalutazione delle pensioni, risorse per la sanità. Il decreto
aiuti bis prende forma con le ultime limature prima del varo in
consiglio dei ministri atteso per domani pomeriggio. Un
intervento "urgente", nel perimetro degli affari correnti, che
Mario Draghi dovrebbe spiegare dopo il Cdm in una conferenza
stampa, la prima dopo la caduta del governo.
Ma le misure per lavoratori e pensionati deludono i
sindacati, che si aspettavano più risorse e sperano ancora in un
cambio di rotta. Quello che è certo è che si lavora per un iter
veloce, con l'arrivo in Gazzetta atteso già nel fine settimana e
l'impegno dei partiti a non presentare emendamenti, per
garantire una conversione rapida e tener fuori i nuovi aiuti
dalla morsa della campagna elettorale.
Il lavoro sul provvedimento è ormai alle battute finali: in
mattinata il sottosegretario Roberto Garofoli e il ministro
dell'Economia, Daniele Franco, hanno illustrato le linee
generali ai partiti, compreso Fratelli d'Italia. In un incontro
tecnico al Mef, è stato fatto invece il punto con i sindacati.
Fino alla bozza spuntata in serata che in 41 articoli
distribuisce oltre 14 miliardi di risorse, poggiando su due
capisaldi: la replica degli aiuti già in vigore per famiglie e
imprese e l'intervento su temi indifferibili come cuneo e
pensioni.
Tra le varie misure spicca l'aumento delle risorse per le
bollette nell'ultimo trimestre: i fondi salgono a 5 miliardi dai
circa 3 del precedente decreto per consentire uno sconto
maggiore, rispondendo così anche al recente allarme dell'Arera
sul rischio di nuovi aumenti. Viene quindi rafforzato il bonus
sociale, arrivano più tutele per i vulnerabili e misure per la
rateizzazione delle bollette. Le bollette potranno inoltre
rientrare tra le misure di welfare aziendale. Per la benzina la
proroga dello sconto di 30 centesimi sulle accise sarà solo di
un mese (dal 21 agosto al 20 settembre, al costo di 900
milioni): al momento, spiegano gli addetti ai lavori, manca
ancora il dato sugli incassi dall'extragettito, ma quando
arriveranno i dati di luglio, si potrà procedere con la proroga
fino alla fine di ottobre. Sempre sul fronte del caro-energia,
poi, vengono replicati i crediti di imposta per 3 miliardi.
Molte e varie le altre misure: dal raddoppio della soglia
esentasse per i fringe benefit (vale 500 milioni ed entrano
appunto anche i contributi delle aziende per pagare le bollette)
alle nuove risorse per la sanità (1 miliardo alle regioni),
dalla replica del bonus da 200 euro per chi ne era rimasto
escluso (compresi i collaboratori sportivi) alle misure per la
siccità (250 milioni) alle nuove risorse per bonus psicologo e
trasporti. Misure anche dall'Ilva all'ex Alitalia, dal
rifinanziamento di strumenti di sviluppo industriale alla scuola
fino alla nuova governance per il comitato promotore delle
Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
L'altra gamba del provvedimento, quella destinata ad aiutare
lavoratori e pensionati, assorbirà - secondo quanto riferito dai
sindacati - complessivamente 2,5 miliardi (anche se nella bozza
sono previste cifre più alte): 1 miliardo per il nuovo taglio
del cuneo (1,6 nella bozza), che da luglio passa da 0,8 a 1,8
punti percentuali; 1,5 miliardi (2,4 nella bozza) per l'anticipo
di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con gli assegni
che aumenteranno del 2% a partire da ottobre. Risorse che però
non soddisfano i sindacati. "E' poco più di un'elemosina",
scuote il capo il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri,
spiegando che si tradurranno in 100 euro lordi al mese in più
per i lavoratori dipendenti e 10 euro ogni 500 euro di pensione
per i pensionati. Meno dei 200 euro di una tantum, "risorse del
tutto insufficienti", concorda il leader della Cgil Maurizio
Landini che avrebbe voluto un ulteriore intervento
sull'extragettito. Più morbida la Cisl, che pur concordando
sulla necessità di rafforzare questo intervento, evidenzia i
molti segnali importanti che arrivano dal provvedimento. Tra i
partiti invece, che pur rimarca le proprie posizioni (da Fdi che
spinge per introdurre una norma che risolva la questione della
responsabilità solidale nella cessione dei crediti del
Superbonus a Iv che rilancia il Mes per la sanità), prevale il
senso di responsabilità, con Lega e Pd che si sono già impegnati
a non presentare emendamenti.
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