(di Fausto Gasparroni)
"Occorrono
provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per
conseguire la sostenibilità del Fondo Pensioni, nel contesto più
generale delle limitate risorse disponibili dell'intera
organizzazione, e un'appropriata copertura previdenziale per i
dipendenti presenti e futuri": si tratta di "assumere decisioni
non facili che richiederanno una particolare sensibilità,
generosità e disponibilità al sacrificio da parte di tutti". E'
quanto afferma papa Francesco in una lettera al Collegio
cardinalizio e ai responsabili delle Istituzioni curiali e
collegate con la Santa Sede, dopo che "differenti studi" hanno
mostrato che "l'attuale gestione pensionistica, tenuto conto del
patrimonio disponibile, genera un importante disavanzo".
"Purtroppo, il dato che ora emerge, a conclusione delle
ultime approfondite analisi svolte da esperti indipendenti,
indica un grave squilibrio prospettico del Fondo, la cui
dimensione tende ad ampliarsi nel tempo in assenza di
interventi": in termini concreti, "ciò significa che l'attuale
sistema non è in grado di garantire nel medio termine
l'assolvimento dell'obbligo pensionistico per le generazioni
future", avverte il Pontefice. Francesco comunica quindi la
decisione di nominare il card. Kevin Farrell amministratore
unico per il fondo pensioni, ritenendo tale scelta rappresenti
"un passo essenziale per rispondere alle sfide che il nostro
sistema previdenziale deve affrontare in futuro".
Il Papa parla della gestione del Fondo Pensioni, già
"argomento al centro della 'preoccupazione' dei Pontefici che si
sono succeduti sin dalla sua istituzione", come di una questione
che gli è "particolarmente a cuore, poiché dobbiamo affrontare
problematiche serie e complesse che rischiano di aggravarsi se
non trattate tempestivamente". Dopo aver già evidenziato nella
lettera dello scorso 16 settembre il concetto di "deficit zero
quale uno dei principali obiettivi da perseguire con
determinazione per assicurare la sostenibilità economica", con i
conseguenti tagli e sacrifici, le dichiarazioni odierne del Papa
non sono esattamente la cosa più gradita per i dipendenti
vaticani, tra cui monta l'allarme, lamentando tra l'altro di non
essere a conoscenza del bilancio del Fondo.
"I dati non sono pubblici - si legge sul sito dell'Adlv,
l'Associazione dei dipendenti laici vaticani. -. Eppure quando
si contribuisce a una gestione finanziaria o pensionistica,
visto che paghiamo con i nostri contributi, i conti dovrebbero
essere consultabili da tutti. In Vaticano invece questi aspetti
sono a beneficio di pochi". "Chi certifica un eventuale
passivo?", chiede l'Adlv, mentre "la stragrande maggioranza dei
dipendenti vaticani ha già tirato la cinghia. Il taglio di un
biennio di anzianità per tanti avrà un effetto pesante: anche 20
mila euro a fine carriera. I salari non sono stati indicizzati
al costo della vita, mentre l'aumento degli affitti degli
immobili vaticani è stato rapportato all'inflazione".
Per di più, "nel frattempo in Vaticano sono fiorite
consulenze e sono state date promozioni senza una forma di
concorso pubblico". "La Segreteria per l' Economia ha pensato ad
una riforma strutturale che incrementi gli introiti per la Santa
Sede o a tagli che non riguardino solo il personale, i cui
stipendi sono ridotti ai minimi termini? - chiede ancora l'Adlv
- Ha tenuto conto dell' attenzione particolare che il Papa pone
sempre sulle famiglie e sulle loro necessità?".
I dipendenti, "esausti di tagli e soprattutto di mancate
risposte alla loro lecita richiesta di essere ascoltati",
ritengono "di aver già contribuito, al massimo delle loro
possibilità, al ripianamento del deficit", e restano "in attesa
vigile" delle nuove disposizioni, ribadendo la richiesta che
"l'Adlv sia ricevuta presto per parlare di tutte queste
questioni".
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