/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

8 marzo: Cnel-Istat, maternità e famiglia pesano sul lavoro (2)

8 marzo: Cnel-Istat, maternità e famiglia pesano sul lavoro (2)

Meno per donne più istruite; pochi servizi per la prima infanzia

ROMA, 08 marzo 2025, 10:40

Redazione ANSA

ANSACheck

- TRA LAVORATRICI MADRI 25-34ENNI PART TIME AL 41% Sul totale degli occupati -il 31,5% delle donne (circa 3 milioni) lavora part time, contro l'8,1% degli uomini (circa un milione). Nella classe di età 25-54 anni solo il 6,6% degli uomini lavora a tempo parziale, contro il 31,3% delle occupate.
    La percentuale cala ulteriormente (4,6%) in presenza di figli, mentre tra le madri sale significativamente (36,7%). Tra le donne con figli sono soprattutto le 25-34enni a ricorrere al tempo parziale: 41%, contro il 38,1% delle 35-44enni e il 34,7% delle 45-54enni) La quota di part time per le madri cresce all'aumentare del numero di figli.
    - TRA MADRI OCCUPATE QUASI 1 MILIONE SONO SOLE E RAPPRESENTANO IL SEGMENTO PIÙ VULNERABILE Le donne occupate sono quasi 10 milioni. Tra queste - le madri sole sono quasi 1 milione (941 mila, pari al 9,4%) e rappresentano il segmento con più elementi di vulnerabilità sul mercato del lavoro. Il 69,6% ha tra 45 e 64 anni, una percentuale più alta di 11 punti rispetto alle madri in coppia, il 12,0% è costituito da straniere, un quarto ha un basso titolo di studio (25,3%).
    - UN TERZO DELLE INATTIVE LO È PER MOTIVAZIONI FAMILIARI, UOMINI 2,8% Le donne inattive sono oltre 7,8 milioni, pari al 63,5% del totale degli inattivi nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni.
    La maggior parte delle donne inattive non solo non cerca un'occupazione, ma si dichiara anche non disponibile a lavorare.
    Tra le ragioni dell'inattività, le motivazioni familiari sono indicate dal 33,9%. Tra le madri inattive con figli la maggior parte (62,2%) non cerca lavoro né è disponibile a lavorare per motivi familiari.
    - NEL MEZZOGIORNO IN 4 COPPIE SU 10 LA DONNA NON LAVORA Nel Mezzogiorno in 4 coppie su 10 la donna non lavora, a fronte di valori inferiori al 20% nelle altre ripartizioni territoriali.
    - FAMIGLIE MONOREDDITO MASCHILE PIÙ DIFFUSE IN COPPIE CON FIGLI E TRA GLI STRANIERI Avere figli, soprattutto più di uno, si associa a una maggiore diffusione del modello in cui la donna resta fuori dal mercato del lavoro: infatti, sono a monoreddito maschile il 18,6% delle coppie senza figli, il 22% di quelle con un solo figlio, fino a raggiungere il 32,8% in presenza di almeno tre figli.
    All'aumentare del titolo di studio della donna - cala significativamente la percentuale di coppie in cui l'uomo è l'unico percettore di reddito: si passa dal 42,0% delle coppie in cui lei ha conseguito al più una licenza media, al 24,7% se è diplomata, all'8,5% se è laureata.
    - SERVIZI EDUCATIVI PRIMA INFANZIA ANCORA SCARSAMENTE DIFFUSI, SPECIE NEL MEZZOGIORNO I livelli di partecipazione al sistema educativo dei bambini tra 0 e 2 anni di età con riferimento ai soli nidi e alle sezioni primavera (pubblici e privati)continuano ad essere particolarmente bassi in Italia: si stima un tasso di frequenza del 28,1%. Dal punto di vista territoriale, la quota di iscritti sui residenti varia dal 17% del Mezzogiorno al 33% del Nord, fino al 37% del Centro, in linea con la disponibilità dei posti nei servizi censiti sul territorio. Si registra quindi una sostanziale saturazione delle strutture disponibili, in particolare nel Mezzogiorno, dove l'offerta è più carente.
    Proprio in quest'area, infatti, vi è un intenso ricorso all'iscrizione anticipata alla scuola dell'infanzia, che riguarda il 7,3% dei bambini di 0-2 anni, contro il 3,3% al Centro-nord (4,7% la media nazionale).
    - SERVIZI EDUCATIVI PRIMA INFANZIA CON LISTE D'ATTESA IN AUMENTO Uno dei principali fattori che limitano la frequenza del nido è la carenza dell'offerta. I dati relativi ai nidi e alle sezioni primavera, riferiti all'anno educativo 2022/2023, mostrano che la domanda da parte delle famiglie è in aumento in misura maggiore rispetto all'espansione dell'offerta. Di conseguenza, cresce la quota dei servizi che non riescono ad accogliere tutte le domande di iscrizione e che dichiarano di avere bambini in lista d'attesa: dal 49,1% dei servizi nel 2021/2022 si passa al 56,3% del 2022/2023. I nidi con bambini in lista d'attesa sono molto più frequenti nel settore pubblico (67,6%), ma si registra un esubero delle domande anche nei servizi privati (49,4%).
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza