Le misure del Piano italiano per la
moda "devono essere calate rapidamente a terra e 'cucite a
misura' delle micro e piccole imprese, altrimenti si rischia di
non riuscire ad affrontare efficacemente la congiuntura
negativa, soprattutto se dovremo subire ulteriori stress come i
dazi Usa". A dirlo è il presidente di Confartigianato Moda,
Moreno Vignolini, dopo il tavolo di oggi al Mimit sul comparto.
Vignolini valuta "positivamente" l'iniziativa del ministro
rispetto al piano, tuttavia nel merito avanza ulteriori
proposte, ricordando che nella moda "operano 40.515 imprese
artigiane, vale a dire il 50,8% del totale delle 79.829 imprese"
e che "dei 446mila addetti del settore, 139mila appartengono
all'artigianato e 285mila lavorano nelle micro e piccole
imprese".
Il presidente di Confartigianato Moda ritiene "necessario
valorizzare la lavorazione e non soltanto il prodotto". Sul
fronte degli incentivi al consumo, chiede "siano valorizzate le
produzioni sostenibili, anche dando visibilità alle tante
certificazioni adottate dalle imprese". Inoltre sostiene che "le
aggregazioni aziendali devono puntare non soltanto su
acquisizioni finanziarie, ma anche sulla condivisione delle
competenze tra le imprese". Cruciale anche "ridurre i costi
energetici". Per Vignolini è poi "necessario abbassare le soglie
di investimento per includere anche le piccole e micro imprese
nei contratti di sviluppo e agevolare le imprese nella
formazione del personale durante i periodi di fermo della
produzione, sostituendo la cassa integrazione". "Tuttavia -
conclude -, perché tutto questo sia possibile, è necessario
trovare, nell'immediato, soluzioni e risorse idonee a prevenire
irreversibili crisi di liquidità delle imprese, perché il
rischio di perderne la maggior parte è, in questa fase,
veramente concreto".
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