Sono cinque le persone ancora in
corsa per sfidare alle presidenziali bielorusse del 9 agosto il
capo di Stato Aleksandr Lukashenko, che dal 1994 governa la
Bielorussia col pugno di ferro e perseguitando gli oppositori.
Secondo la Commissione elettorale centrale, a raccogliere le
100.000 firme necessarie per la candidatura sono stati
Lukashenko (oltre 1,9 milioni di firme), l'imprenditore Sergei
Cherechen (143.109), l'ex deputata dell'opposizione Anna
Kanopatskaya (146.588), il leader della campagna "Govorì Pravdu"
(Di' la verità) Andrei Dmitriev (106.841). La Commissione
elettorale centrale ha anche riconosciuto la validità di oltre
165.744 firme raccolte da Viktor Babariko, considerato il
principale rivale di Lukashenko e che forse proprio per questo
sta avendo dei guai con la giustizia ed è attualmente detenuto.
Babariko fino allo scorso maggio era a capo della
BelGazpromBank, una banca controllata dal gigante russo del gas
Gazprom. Sull'istituto è stata recentemente aperta un'inchiesta
per evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Inoltre, è stata confermata la validità di 104.757 firme
raccolte da Svitlana Tsikhanouskaya, scesa in politica dopo che
le autorità hanno impedito di candidarsi al marito, il blogger e
oppositore Sergei Tikhanovski.
Infine, è stata invece respinta la candidatura di Valeri
Tsepkalo, ex vice ministro degli Esteri ed ex ambasciatore negli
Usa e - secondo alcuni media - con buoni legami tra i
democratici americani. Secondo la Commissione elettorale
centrale le firme valide a suo sostegno erano solamente 75.249.
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