Seconda giornata di lavori a
Firenze degli Stati Generali della diplomazia culturale che
riunisce a Palazzo Vecchio le direttrici e i direttori degli 86
Istituti italiani di cultura nel mondo.
Dopo una presentazione storico-artistica del Salone dei
Cinquecento dove si tiene la plenaria, si è entrati nel vivo
della discussione incentrata sui "risultati acquisiti e le aree
di miglioramento" a un anno dalla Conferenza delle direttrici e
dei direttori del luglio 2022 al Teatro San Carlo di Napoli.
"Gruppo è una delle parole chiave di questi giorni, che sono
un momento, una tappa non conclusiva, di un percorso cominciato
un anno fa, con un momento importante a Napoli", ha detto
Filippo La Rosa, Direttore Centrale per la promozione della
cultura e della lingua italiana, che ha aperto i lavori con un
ricordo di Matteo Fazzi, direttore dell'Istituto italiano di
cultura di Pretoria, scomparso poco dopo l'evento nel capoluogo
campano.
"Vorrei che questo fosse un momento di ascolto e di dialogo,
non un monologo", ha dichiarato La Rosa introducendo il
dibattito attorno a quattro concetti chiave: "Appartenenza,
progettualità, comunicazione, gestione e misurazione", nella
consapevolezza che la cultura è "veicolo economico" per la
crescita del Paese. L'economia culturale - aveva sottolineato il
ministro degli Esteri Antonio Tajani nei giorni scorsi - vale 90
miliardi di euro con una ricaduta occupazionale di circa 1,5
milioni di posti di lavoro.
La sessione pomeridiana sarà dedicata ai corsi di lingua
italiana, alla progettazione delle sedi degli Istituti e alla
programmazione e relativi bilanci. La giornata si concluderà con
la performance "La Grande Opera in Jazz" con Danilo Rea.
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