La Danimarca non estraderà il difensore delle balene Paul Watson in Giappone, e lo ha rimesso in libertà oggi in Groenlandia, dove si trovava in carcere da luglio in applicazione di un mandato di cattura internazionale emesso da Tokyo.
Se fosse stato estradato in Giappone, il 74enne Watson avrebbe rischiato una condanna fino a 15 anni di prigione: gli viene contestata un'azione di protesta 'violenta' contro la caccia ai cetacei che aveva preso di mira una nave baleniera nipponica nell'Oceano Antartico nel 2010.
Secondo l'accusa, Watson aveva colpito un membro dell'equipaggio lanciando una bomboletta puzzolente, ferendolo: i suoi avvocati hanno però mostrato un filmato che mostra come sul ponte non ci fosse nessuno quando è stata lanciata la bomboletta. Gli stessi legali hanno però detto che la battaglia non è ancora finita: faranno ricorso contro il mandato giapponese "per essere certi che il capitano Paul possa continuare a viaggiare per il mondo serenamente".
Watson - tra i fondatori di Greenpeace e successivamente, dopo essere stato espulso, dell'organizzazione Sea Shepherd - era stato arrestato il 21 luglio scorso dopo essere arrivato a Nuuk sulla nave John Paul DeJoria per una sosta durante una missione volta a intercettare la nuova baleniera giapponese Kangei Maru nel Pacifico settentrionale. Il mese scorso aveva chiesto "asilo politico" alla Francia - e la cittadinanza francese - in una lettera inviata al presidente Emmanuel Macron.
La comunità internazionale si era schierata a favore della sua liberazione, inclusi gli eurodeputati del Pd Annalisa Corrado e Dario Nardella. La stessa Francia aveva annunciato il mese scorso che avrebbe lanciato "un appello" per la sua liberazione.
Oggi, finalmente, la libertà, annunciata da un comunicato delle autorità della Groenlandia: "La polizia groenlandese ha notificato oggi a Paul Watson e al suo avvocato la decisione del Ministero della Giustizia sul caso di estradizione. Paul Watson è stato quindi rilasciato alle 8.46 ora locale (10.46 Gmt)".
Al momento del rilascio, Watson ha detto all'Afp che la sua vicenda ha "attirato l'attenzione sull'illegalità" della caccia alle balene praticata dal Giappone, da sempre uno degli obiettivi del movimento ambientalista.
"Il mio arresto ha attirato l'attenzione della comunità internazionale sulle continue operazioni illegali di caccia alle balene da parte del Giappone. Questi cinque mesi sono stati un'estensione della campagna" contro l'attività delle baleniere nipponiche. L'ambientalista, celebre per le sue azioni di disturbo spericolate organizzate da Sea Shepherd contro le attività di pesca che considera illegali, ha uno status quasi leggendario tra i difensori dell'ambiente: la sua guerra contro le baleniere è diventata oggetto di una celebre serie Tv, 'Whale wars'.
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