Accusato dall'Ucraina e da Paesi occidentali di "attività proibite" nella produzione e nell'uso di armi chimiche, il generale Igor Kirillov era a sua volta implacabile accusatore di quei Paesi, ai quali imputava gli stessi misfatti, oltre a progetti per armi biologiche e addirittura un ruolo oscuro nella diffusione del Coronavirus.
Il capo della Difesa radiologica, chimica e biologica ucciso oggi in un attentato a Mosca era diventato uno dei volti più noti tra le alte sfere militari russe dall'inizio del conflitto in Ucraina, essendo apparso in decine di conferenze stampa per denunciare attacchi chimici delle truppe di Kiev e le attività di presunti laboratori americani sul territorio ucraino specializzati in esperimenti sulle armi batteriologiche. Nel 2020 aveva anche disposto l'invio di militari del suo dipartimento in Italia nell'ambito dell'operazione 'Dalla Russia con amore' per fornire aiuto nella lotta contro la prima ondata del Covid.
Nell'ottobre scorso la Gran Bretagna aveva imposto sanzioni a Kirillov con l'accusa di avere "partecipato ad attività proibite in materia di armi chimiche". Ma anche di essere un "importante portavoce della disinformazione del Cremlino". In precedenza sanzioni contro di lui erano state adottate dal Canada. E alla vigilia della sua uccisione, il generale era stata accusato dai servizi d'intelligence ucraini (Sbu) di "uso massiccio di armi chimiche" nel conflitto in corso. L'ultima accusa invece che Kirillov aveva lanciato contro le forze di Kiev era stata, lo scorso ottobre, quella di aver bombardato un villaggio nella regione russa di Kursk con proiettili contenenti cloro e un'altra sostanza chimica "asfissiante" provocando l'intossicazione di 20 persone.
Kirillov, che aveva 54 anni, era a capo della Difesa radiologica, chimica e biologica dal 2017. Nel 2007 si era laureato alla Scuola di difesa chimica del comando superiore di Kostroma, sua città natale. Le forze sotto il suo comando erano state impiegate nella lotta alla pandemia da Coronavirus in Russia. E nella primavera del 2020 il generale aveva ordinato l'invio di aiuti all'Italia sotto forma di un laboratorio mobile, 20 ambulanze e 66 specialisti. In quel periodo aveva lanciato agli Usa una delle sue accuse più controverse, accennando ad un presunto ruolo nella diffusione del virus da parte del laboratorio biologico della Marina americana Namru-3 che, disse, era stato spostato dal Cairo alla base di Sigonella fin dal 2019. "Il ruolo del laboratorio nella diffusione del Covid-19 deve ancora essere valutato", aveva affermato Kirillov.
Il generale era tornato sull'argomento in una conferenza stampa nel 2022, quando disse che fin dal 2009 l'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) aveva finanziato un progetto per lo studio dei nuovi coronavirus nell'ambito del quale venivano esaminati "pipistrelli portatori di questi virus". Kirillov aveva anche accusato più volte Washington di aver sviluppato una rete di laboratori biologici militari in Ucraina e le autorità di Kiev di preparare "una provocazione con l'uso di armi batteriologiche sotto falsa bandiera". Oltre che di lavorare alla possibile produzione di una bomba nucleare "sporca".
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