Da quando Donald Trump è stato
eletto, gli attivisti della Coalizione per i diritti umani degli
immigrati di Los Angeles (Chirla) non hanno più avuto turni di
riposo. "Normalmente organizziamo cinque seminari al mese per
spiegare ai migranti senza documenti i loro diritti. Da novembre
ne abbiamo avuti 148. Le richieste si sono moltiplicate per
dieci", calcola Jorge Mario Cabrera, direttore della
comunicazione. Questi workshop, intitolati "conosci i tuoi
diritti", si organizzano in fabbriche, aziende agricole, scuole,
chiese. Il primo della seconda era Trump si è tenuto a 24 ore
dall'entrata in carica del neopresidente.
Nella città che ospita la più grande comunità di immigrati
irregolari del Paese, in cui più del 12% degli studenti delle
superiori ha almeno un genitore senza documenti, l'appuntamento
era sulla scalinata della Immanuel Presbyterian Church.
Centinaia si sono riuniti per una veglia di canti e preghiere,
in mano candele e cartelli con scritto: "Basta soldi per le
deportazioni" e "Siamo qui per restare". Poi sono defluiti nella
vicina sede del sindacato degli insegnanti per seguire il
seminario, in spagnolo e con traduzione simultanea in altre
lingue come il filippino. "Spieghiamo loro che se agenti
dell'Immigration and customs enforcement (Ice) si presentano a
casa loro, hanno il diritto di non farli entrare senza un
mandato firmato da un giudice. Devono cominciare a chiudere le
porte a chiave, non devono firmare niente né dare documenti",
spiega Cabrera, che aggiunge: "Los Angeles e la California sono
'santuari': le forze dell'ordine locali non possono chiederti lo
status migratorio. Essere straniero non è un crimine".
"Questi sono i lavoratori che tengono in piedi la città.
Badano ai nostri figli, puliscono le nostre case e i giardini.
Sono cassieri al supermercato e camerieri dei ristoranti. Sono
loro che ricostruiranno i quartieri andati a fuoco: sposteranno
le macerie e alzeranno le nuove case", dice la direttrice di
Chirla Angelica Salas. "In migliaia hanno perso il lavoro con i
roghi e ora hanno paura a rivolgersi all'Agenzia federale per le
emergenze in cerca di aiuto economico. Dobbiamo spiegargli che
lì nessuno può chiederti se sei in regola con l'immigrazione e
possono andare tranquilli".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA