Secondo fonti diplomatiche dei Paesi del Golfo persico, Donald Trump sarebbe pronto ad annunciare il riconoscimento dello Stato della Palestina. Lo riporta il Jerusalem Post, ricordando come da giorni circolino le voci di una grande e imminente annuncio da parte del presidente americano atteso nei prossimi giorni in Medio Oriente dove parteciperà anche al summit dei Paesi del Golfo ospitato dall'Arabia Saudita. Negli ultimi giorni diversi media statunitensi hanno parlato della frustrazione di Trump per la linea portata avanti dall'alleato Benyamin Netanyahu, con il quale sarebbe calato il gelo.
"Il presidente Trump - affermano le fonti - farà una dichiarazione riguardo allo Stato della Palestina e il riconoscimento da parte dell'America, sottolineando come uno Stato della Palestina si stabilirà senza la presenza di Hamas". La fonte - riporta sempre il Jerusalem Post - aggiunge che "se un annuncio del riconoscimento americano dello Stato di Palestina ci sarà, sarà la dichiarazione più importante che cambierà l'equilibrio dei poteri in Medio Oriente".
L'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha definito "una sciocchezza" la notizia del Jerusalem Post secondo cui Trump si appresterebbe a riconoscere lo Stato palestinese. "Hmm, il Jerusalem Post ha bisogno di fonti migliori di questa 'fonte' non identificata. Mio nipote di 4 anni, Teddy, è più affidabile. E fidatevi di Teddy", ha scritto su X. "Israele non ha un amico migliore del presidente degli Stati Uniti", ha aggiunto.
Marcia a Madrid per Gaza e per l'embargo alle armi di Israele
Alcune migliaia di persone hanno partecipato oggi alla marcia unitaria che si è snodata nel centro di Madrid "contro il genocidio a Gaza" e per rivendicare l'embargo di armi ad Israele da parte del governo spagnolo. Il corteo, aperto da uno striscione con la scritta 'stop al genocidio in Palestina! Viva la lotta del popolo palestinese!' è partito alle 12 dalla Plaza di Atocha per culminare due ore dopo nella centrale Puerte del Sol. Alla mobilitazione organizzata dalla Rete Solidale contro l'Occupazione della Palestina (Rescop), hanno partecipato manifestanti provenienti da numerose regioni da nord al sud della penisola, dalla Catalogna all'Andalusia, al grido di 'Israele assassina, Europa patrocina!' o, anche, ' 'Ogni bambino morto è un figlio nostro'.
Alla protesta, una settimana dopo che il governo spagnolo ha rescisso un contratto per l'acquisto di 13 milioni di proiettili per 6,6 milioni di euro da un'azienda di Israele, hanno aderito anche rappresentanti delle forze della sinistra Podemos e Izquerda Unida.
Secondo un'inchiesta del Centro Delàs, la Spagna ha importato da Israele più armi e munizioni di sempre fra l'ottobre 2023, quando è cominciata l'offensiva israeliana a Gaza in risposta all'attentato di Hamas del 7 ottobre, ad oggi. E nonostante l'impegno del governo a interrompere la compravendita di armi.
"Il governo spagnolo deve rompere le relazioni con Israele il cui presidente è accusato di crimini contro l'umanità. Invece continua a vendergli e comprare armi con il denaro di tutti", ha denunciato la portavoce di Rescop, Hania Faydi, all'inizio della manifestazione. Madrid ha riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina il 28 maggio 2024 unendosi ai 140 Paesi che già lo avevano fatto.
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