Gli Afrikaner bianchi del
Sudafrica che hanno accettato il reinsediamento negli Stati
Uniti non hanno subito "alcuna forma di persecuzione", ha detto
oggi durante una conferenza stampa il Ministro degli Esteri del
Paese Ronald Lamola.
Un primo gruppo di 49 sudafricani bianchi è partito da
Johannesburg ieri sera in seguito all'offerta del presidente
statunitense Donald Trump di concedere loro lo status di
rifugiato. Trump ha detto più volte che gli Afrikaner bianchi,
discendenti di coloni olandesi fuggiti alla persecuzione
religiosa in Europa nel 1600, subiscono oggi "discriminazioni
razziali" e che sono vittime di un "genocidio bianco" in
Sudafrica, inasprendo le tensioni tra i due Paesi.
Lamola ha sostenuto che i 49 partiti ieri non hanno i
requisiti per essere classificati come "rifugiati". Il ministro
ha affermato che la criminalità in Sudafrica colpisce tutti,
indipendentemente dalla razza e dal sesso.
"Gli Afrikaner che hanno scelto di partire non sono in grado
di fornire alcuna prova di persecuzione perché non esiste alcuna
forma di persecuzione nei confronti dei sudafricani bianchi o
degli Afrikaner del nostro Paese", ha detto il ministro.
Nonostante che le statistiche ufficiali indichino che il
gran numero delle vittime di omicidio nel Paese siano giovani
neri abitanti in zone urbane, gli Afrikaner che hanno deciso di
trasferirsi in Usa sostengono che gli agricoltori bianchi sono
le vittime principali.
I bianchi in Sudafrica sono solo il 7,3% della popolazione,
e in generale godono ancora di un tenore di vita più elevato
rispetto alla maggioranza nera del Paese.
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