Una escalation di attacchi verbali incrociati che non sembra il più adatto a favorire il dialogo accompagna l'avvicinamento ai primi negoziati diretti tra Russia e Ucraina di giovedì a Istanbul. E mentre Volodymyr Zelensky si dice pronto a fare "di tutto" per incontrare faccia a faccia Vladimir Putin, da Mosca fanno sapere che una decisione non è stata ancora presa, anche se in ambienti russi si ritiene improbabile che il leader del Cremlino vada in Turchia.
Donald Trump, comunque, dice di attendersi "buon risultati", e da parte ucraina ed europea non si parla più di un cessate il fuoco prolungato come condizione per dare il via ai negoziati.
"L'Occidente non si faccia trascinare in una guerra infinita in Europa", è stata l'esortazione del presidente americano. Ai colloqui in Turchia sarà presente il segretario di Stato Marco Rubio, ha fatto sapere Trump, senza più ipotizzare una sua partecipazione personale, come aveva fatto il giorno prima.
Dopo che lunedì il Cremlino aveva detto che "il linguaggio degli ultimatum non è accettabile per la Russia", il cancelliere tedesco Friedrich Merz è tornato ad affermare che l'Europa è pronta a inasprire le sanzioni se Mosca non facesse un passo verso la pace entro questa settimana.
Con Zelensky che ha invocato "le più forti sanzioni" mai adottate dall'Occidente, affermando che un'assenza di Putin in Turchia sarebbe "un segnale chiaro" che la Russia "non vuole fermare e non fermerà la guerra". Putin ha risposto che coloro che pianificano nuove sanzioni lo fanno "a loro discapito" perché sono dei "deficienti".
"Quindi - ha aggiunto il capo del Cremlino - ovviamente dobbiamo tenerlo a mente, che potrebbero fare ciò di cui parlano pubblicamente, e, naturalmente, dobbiamo ridurre al minimo gli effetti negativi su di noi".
Osservatori e analisti russi sembrano quasi concordi nella previsione che il capo del Cremlino sarà assente a Istanbul. La Russia, ha detto il portavoce Dmitry Peskov, continua a "prepararsi" all'appuntamento, ma annuncerà chi farà parte della sua delegazione quando lo deciderà il presidente, che domenica aveva proposto i negoziati diretti indicando data e luogo.
Secondo alcuni media, i più papabili a guidare i negoziatori russi sarebbero il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e il consigliere presidenziale Yuri Ushakov. Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera della Ue, ha detto di ritenere che il presidente russo "non oserà" incontrare quello ucraino. Ma il Cremlino ostenta indifferenza verso quello che pensa l'Europa, che accusa di essere "interamente dalla parte dell'Ucraina" e di mirare solo a "continuare la guerra", in "netto contrasto con quello che viene dimostrato, ad esempio, a Mosca o Washington". Non in posizione, pertanto, di esercitare una qualsiasi opera di mediazione.
Per quanto riguarda il contenuto dei negoziati, il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha ribadito uno dei temi più cari a Mosca. Cioè "l'ingresso nella Federazione russa" dei "nuovi territori". Vale a dire delle regioni ucraine che attualmente sono parzialmente occupate dalle forze russe.
Per Ryabkov si tratta di "garantire il riconoscimento delle realtà che si sono create negli ultimi tempi". L'inviato speciale americano Steve Witkoff, che negli ultimi mesi ha avuto quattro lunghi incontri con Putin al Cremlino, ha detto da parte sua che il punto più spinoso è proprio quello dei territori, insieme con la gestione della centrale atomica di Zaporizhzhia - attualmente sotto il controllo russo - e l'accesso ucraino al fiume Dnipro e al Mar Nero.
"Stiamo avendo colloqui informalmente con entrambe le parti", ha dichiarato Witkoff in un'intervista con Breitbart News. E non solo. L'inviato Usa ha riferito di aver "parlato con tutti i consiglieri per la sicurezza nazionale coinvolti in questo, dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Germania, dall'Italia". "Penso che abbiamo fatto molto per colmare le distanze", ha assicurato, ma "le soluzioni funzionano quando ci sono colloqui diretti" e quindi ora bisogna "far sedere ucraini e russi allo stesso tavolo"
Berlino, 'Zelensky sarà a Istanbul, giovedì giorno importante'
"Il presidente Zelensky ha già detto alla fine della settimana scorsa che giovedì prossimo sarà a Istanbul, perciò per me è chiaro che sarà una giornata importante". Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul a margine del vertice sul peacekeeping a Berlino.
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