Jerez non é un circuito come tuti gli altri per Marc Marquez. L'ultimo suo successo in casa risale al 2019, una stagione incredibile per lui, in sella alla imbattibile Honda di allora. Dodici vittorie in 19 gare, mai più giù del secondo posto sul podio. Sembrava che nulla e nessuno potesse impedirgli di allungare la striscia di quattro mondiali consecutivi chissà per quante altre stagioni. Ma l'anno successivo, proprio a Jerez, la caduta, la frattura all'omero del braccio destro, il rientro affrettato, cui seguirà un calvario di interventi, rientri e nuovi stop che aveva anche fatto temere per la sua carriera.
Nel fine settimana Marquez torna a Jerez da dominatore della MotoGP in questo avvio di 2025. Ma, nonostante i successi ottenuti nei primi quattro appuntamenti, non vuol sentire parlare di "superiorità". "E' un termine che cerco di evitare", perché "quella parola ti fa abbassare la guardia. E gli errori arrivano, come quello che ho commesso ad Austin" dove é caduto mentre guidava la gara. "Questo mondiale è appena iniziato e può succedere di tutto" frena.
"L'ultima volta che mi sono sentito così era il 2019, quando tutto filava liscio. Ma poi è arrivato anche il 2020. Non voglio paragoni, perché non sono migliore, dopo quattro operazioni al braccio. Sono diverso. Allora volevo solo vincere, ora mi godo ogni momento" ha detto, ospite di un evento pubblicitario in avvicinamento al GP di Spagna.
L'anno scorso a Jerez ottenne la pole e fu secondo dietro Francesco Bagnaia la domenica. "È stato il primo weekend in cui mi sono sentito veramente competitivo - ha ricordato - Ho capito che la fiducia stava tornando". Nel prossimo fine settimana l'obiettivo é "restare nei primi tre". In caso di vittoria su questa pista si chiuderebbe simbolicamente un cerchio?, gli é stato chiesto. "Per me quel cerchio è già chiuso, con tanto di fiocco. Devo isolarmi dalle aspettative di chi si aspetta che io vinca questo weekend".
La strada verso quello che sarebbe il suo nono titolo iridato é ancora lunghissima e Marquez preferisce non nominarlo nemmeno. Però deve ammettere che ora è nel team giusto al momento giusto: "Se vuoi lottare per il campionato, credo di essere nel miglior posto possibile: team ufficiale e moto ufficiale", in sella alla Ducati che ormai da anni é la moto di riferimento della massima cilindrata. "Quando hai queste armi, non manca nulla. Sono nella situazione ideale, tutto è nelle mie mani. Detto questo, anche Gresini ha vinto con Bastianini, e con me... È un grande team, ma la moto rossa è quella più ambita. E' vero che hanno le Desmosedici 2024, ma in Ducati c'è una regola: se te li meriti i regali arrivano".
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