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Morta Lilia Pardini, tra superstiti eccidio Sant'Anna Stazzema

Morta Lilia Pardini, tra superstiti eccidio Sant'Anna Stazzema

Era una degli ultimi testimoni viventi della strage

STAZZEMA (LUCCA), 20 novembre 2023, 18:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scomparsa oggi all'età di 89 anni Lilia Pardini, una dei superstiti della strage di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944, quando furono uccisi dai nazifascisti 560 tra bambini, donne e anziani.
    Lilia, ricorda una nota, che all'epoca aveva 9 anni, sopravvisse ma nella fucilazione morirono sua madre Bruna, e dopo giorni di agonia, le sorelline Anna di 20 giorni di età e Maria di 16 anni. Fu la sorella maggiore Cesira, Medaglia d'oro al merito civile scomparsa il primo aprile del 2022, che la salvò, con l'altra sorella Adele e Paolo Lencioni. Lilia era una degli ultimi testimoni viventi della strage ed ha vissuto tutta la vita con un cruccio: quello di non esser potuta diventare madre, a causa - come raccontava - di un feroce calcio inferto alla pancia da un nazista durante l'Eccidio. Lilia Pardini, che da giovane era stata anche una bracciante nei campi e poi una casalinga, ha abitato per tutta la vita fra Valdicastello e Pietrasanta (Lucca). "Inizialmente abitava vicino a quella che oggi è la Carducciana e un tempo fu il bar Nella - ricorda la nipote di Lilia, Isabella -. Poi alla morte del marito, Lido Lazzeri, nel '90, aveva comprato un appartamento a Pietrasanta, ma da circa otto anni era tornata a Valdicastello e viveva con la sorella (mia mamma) Licia Pardini, che ci ha lasciato il 27 novembre del 2022". Licia si salvò insieme all'altra sorella, Siria, e ai fratelli Vinicio e Vittorio che insieme al padre Federico erano a Sant'Anna in località Cacciadiavoli. "Sono giorni tristi perché segnano ancor di più il passare del tempo - commenta Graziano Lazzeri, dell'Associazione Martiri di Sant'Anna e figlio di Adele Pardini - e segnano la perdita dei testimoni oculari di quei fatti. Per noi è una ferita perché ci mette sempre più di fronte alla realtà: senza i superstiti la trasmissione della memoria è ancora più difficile. Certo, ci sono testimonianze scritte e registrazioni, ma ascoltare determinati fatti dalla viva voce dei sopravvissuti ha un altro valore. Spesso Lilia raccontava di quel calcio nel basso ventre inferto da uno dei perpetratori, lo riteneva causa delle sue difficoltà a procreare, ed era stato per tutta la vita il suo cruccio".
   

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