Un divano sul sagrato di
Sant'Ambrogio a Firenze, cartelli con scritto "l''8 e 9 giugno
non rimango sul divano, il mio voto conta" e manifestanti seduti
con le maschere della premier Giorgia Meloni e del vice Antonio
Tajani che hanno invitato a non andare alle urne, così come il
presidente del Senato Ignazio La Russa. Flash mob con
volantinaggio questa mattina a Firenze del Comitato per il sì ai
cinque quesiti referendari, con una cinquantina di partecipanti.
"Il fatto che la seconda carica dello Stato dica di fare
campagna dicendo di misconoscere il voto come diritto dovere è
una sgrammaticatura democratica inaccettabile, che purtroppo,
dice molto della cultura democratica della coalizione che ci
governa", dice il segretario fiorentino della Cgil Bernardo
Marasco commentando le affermazioni di La Russa ieri
all'iniziativa 'Spazio Cultura' organizzata da Fratelli d'Italia
proprio a Firenze "Gli italiani hanno un diritto dovere di
votare e di esprimere il loro parere, che se sia sì o no, su
cinque referendum che parlano di diritti. 'Me ne frego' è un
motto che noi non vogliamo più sentir dire", aggiunge,
sottolineando anche il "silenzio assordante" sul fronte
dell'informazione. "L'obiettivo fondamentale è silenziare,
togliere spazi democratici".
Per Ilaria Lani della Cgil "è un segnale chiaro che il
governo ha paura del voto, altrimenti sarebbe più normale che
indicassero di votare no; invece si sottraggono al confronto.
Noi - conclude - chiediamo cinque sì per cambiare leggi di
questo Paese che sono ingiuste".
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