"Se le uniche parole sulle quali
questa Amministrazione focalizza l'attenzione quando parla di
Fontivegge sono 'emergenza e contingenza', vuol dire che in
tanti anni non è stata in grado di risolvere i problemi del
quartiere attraverso una politica che non sia unicamente
l'intervento dell'esercito". Lo scrivono in una nota i gruppi
del Consiglio comunale di Perugia M5s, Partito democratico e
Idee Persone Perugia.
"Se c'è emergenza - continuano - è perché la situazione è
sfuggita di mano o quello che si è fatto non è stato sufficiente
a restituire un quartiere sicuro ai cittadini. È vero che la
situazione in questi ultimi anni è modificata e le condizioni
sono peggiorate, anche causa di recenti politiche nazionali che
stanno favorendo emarginazione e fragilità. Ma, nonostante la
problematica complessa, un'Amministrazione non può accontentarsi
di essere soddisfatta perché in una zona critica della città ha
semplicemente alzato il livello di controllo e del mero fatto
che Fontivegge non è peggiorata rispetto a 10 anni fa".
"Il rilancio di Fontivegge è stata una grande promessa del
sindaco Romizi nella sua campagna elettorale, ma se dopo quattro
anni - incalzano - si deve presentare un ordine del giorno per
richiedere nuovamente l'intervento dell'esercito per affrontare
ancora un'emergenza nel quartiere, allora questa Giunta dovrebbe
farsi un esame di coscienza".
"Sicuramente il reimpiego dell'esercito, approvato in
Consiglio, avrà la funzione di deterrente nei confronti della
microcriminalità, ma non risolverà il problema e rischierà solo
di spostarlo in un altro quartiere della città".
"Quanto al nostro abbandono dell'aula consiliare al momento
della votazione dell'atto - affermano i consiglieri di
opposizione - questo è avvenuto non per sottrarci al dialogo, ma
perché di fronte ad un'ampia maggioranza su cui può contare la
Giunta comunale, le poche presenze della stessa rappresentano la
vera mancanza di rispetto per l'Aula. Pensare che di fronte a
questo scenario, la minoranza si debba assumere la
responsabilità di tenere il numero legale in aula - concludono i
consiglieri - è assolutamente paradossale e irricevibile".
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