La Corte d'Assise di Aosta ha respinto la richiesta di perizia psichiatrica su Sohaib Teima, il ventiduenne di Fermo in carcere con l'accusa di aver ucciso con un'arma da taglio, alla fine del marzo 2024, la sua compagna, Auriane Nathalie Laisne, di Lione (Francia), un anno più grande di lui, in una chiesetta diroccata a La Salle (Aosta). Il giovane è accusato di omicidio premeditato e di occultamento di cadavere. Secondo i giudici (presidente Giuseppe Colazingari, giudice a latere Marco Tornatore), a oggi non emergono "evidenze tali" da richiedere un accertamento sullo stato di capacità di intendere e di volere. La corte ha invece disposto una perizia per trascrivere una quindicina di intercettazioni telefoniche, tra cui diverse in arabo, e un'altra per estrarre i dati da due iPhone di Teima, a cui finora non era stato possibile accedere (l'imputato ha dato disponibilità allo sblocco facciale).
La richiesta di perizia psichiatrica è stata presentata dalla difesa (avvocati Luca Tommaso Calabrò e Lucia Lupi), stamane, in apertura della prima udienza del processo, per "accertare la capacità di intendere e di volere al momento del fatto", ha detto Calabrò. Una perizia diversa da quella che era stata disposta in Francia - ha riferito il legale - dove l'obiettivo era stabilire se Teima avesse "tendenze suicidiarie" e se facesse "uso di psicofarmaci" nell'ambito del processo per maltrattamenti ai danni della stessa Laisne, conclusosi nel novembre 2024 con una condanna a sei mesi di reclusione.
Alla richiesta si era opposto il pm Manlio D'Ambrosi, secondo cui l'autorità giudiziaria francese aveva sostanzialmente dichiarato che "il soggetto non è incapace di intendere e di volere". In aula presenti l'imputato, i genitori della vittima - che sono parte civile, assistiti dall'avvocato Jacques Fosson - e il fratello, parte civile con l'avvocata Giulia Scalise.
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