(dell'inviato Alfredo Pecoraro)
Quattro giorni fa a Roma, per la
presentazione a Palazzo Grazioli con la stampa estera, il
ministro della Cultura Alessandro Giuli e il governatore della
Sicilia Renato Schifani non c'erano. Troppe polemiche per le
infiltrazioni d'acqua dal tetto del teatro Pirandello e per i
cartelli con gli strafalcioni piazzati ad Agrigento.
Oggi, nel giorno della cerimonia d'apertura di Agrigento
Capitale della cultura italiana 2025 - "Il sé, l'altro e la
natura. Relazioni e trasformazioni culturali", il ministro è in
prima fila accanto al Capo dello Stato Sergio Mattarella, poco
distante c'è il presidente della Regione. Il soffitto del teatro
è stato impermeabilizzato in tempi record, la Regione con 500
mila euro ha permesso la manutenzione delle strade di accesso
nel centro della città dei Templi sistemate la notte prima del
grande evento. "Le inestimabili risorse rischiano di deperire
senza cura adeguata", il monito di Mattarella ai tanti
amministratori locali in platea con la fascia tricolore mentre
ascoltano il presidente della Repubblica, applaudito più volte
durante il suo discorso: poi tutti in piedi a omaggiarlo.
"Dialogo, senso del futuro e contaminazione danno il senso alla
cultura", le parole di Mattarella che menziona i siciliani Luigi
Pirandello e Andrea Camilleri e cita il poeta britannico Thomas
Eliot: "Se smettiamo di credere al passato, il passato cesserà
di essere il nostro passato: diventerà il passato di una
civilizzazione estinta".
Al sindaco Francesco Miccichè ("sono emozionato, questa è una
giornata irripetibile") il ministro Giuli ricorda che "Agrigento
ha vinto con una proposta credibile" e adesso "ha la possibilità
di divenire il cardine della rinascita di un territorio ricco di
complessità, in un'isola eletta come la Sicilia". Poi
l'avvertimento: "Ecco la grande occasione per non fallire"
anche perché Agrigento "non è solo la capitale italiana ma pure
la capitale mediterranea della cultura". Per il governatore
Schifani parte "un percorso affasciante e faticoso con un
programma ricco e denso" e coglie l'occasione per togliersi
qualche sassolino dalla scarpa ricordando le critiche,
"ingiuste", alla Regione per avere organizzato come "prologo" il
concerto del Volo nella Valle dei Templi trasmesso in Tv a
Natale, rivendicandone invece il grande successo: "E' stato
visto da 5 milioni di persone". "Abbiamo fatto una grande
scommessa per Agrigento e per l'intera Sicilia, la vinceremo",
ha detto il governatore, conscio che a partire da domani si
dovranno affrontare e risolvere alcuni dei problemi discussi 24
ore prima in un vertice in Prefettura: infrastrutture,
ospitalità ricettiva, smaltimento dei rifiuti, carenza di acqua
soprattutto nel centro città. "Siamo una squadra, ce la faremo",
la rassicurazione di Schifani che ha mobilitato i suoi assessori
al ramo e la Protezione civile regionale. La Valle dei Templi,
il museo archeologico Pietro Griffo, il Giardino della
Kolymbethra, la Cattedrale, il mandorlo in fiore, il carnevale
di Sciacca, i riti della Settimana Santa sono tutti inseriti in
un cartellone lungo 365 giorni. "Quella che si celebra oggi -
l'esortazione del governatore - è una grande occasione per tutti
gli italiani, non solo per il rilancio ed il riscatto
dell'intera Sicilia che ha sofferto e superato stereotipi a
livello internazionale, affrontato e risolto in parte difficoltà
sociali non indifferenti".
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