"I Doria a Genova - Una dinastia
mancata" è il titolo del nuovo saggio scritto da Paolo Lingua
(De Ferrari editore). Un volumetto agile e scorrevole che
affronta la storia di una delle grandi famiglie genovesi
calandolo nel contesto locale e internazionale. Genovese,
giornalista, già redattore del "Secolo XIX" e della "Stampa" e
poi direttore dell'emittente "Telenord", Lingua, narratore e
saggista, si divide da anni fra lo studio della civiltà della
tavola (è coordinatore territoriale per la Liguria
dell'Accademia Italiana della Cucina) e la storia. Ad Andrea
Doria aveva dedicato negli anni Ottanta un'attenta biografia.
Nel suo nuovo libro, dunque, amplia il discorso occupandosi
dell'intera famiglia. "Dinastia mancata - spiega l'autore -
perché pur avendo avuto un ruolo emergente, i Doria non hanno
trasformato la Repubblica in un loro dominio, in una monarchia.
Genova ha mantenuto, come Venezia, una struttura oligarchica.
Sono due casi simili e originali rispetto ad altre città
italiane come Torino, Milano, Firenze, Napoli". Il libro,
dunque, racconta la dinastia partendo dalla prima Crociata
conclusa con l'espugnazione di Gerusalemme da parte di Goffredo
di Buglione (1099) grazie anche all'apporto dei genovesi guidati
da Guglielmo Embriaco. Da lì inizia la lenta scalata della
famiglia Doria, anzi delle famiglie Doria perché attraverso
opportuni matrimoni con altre famiglie altolocate, gli orizzonti
si allargano, il potere si rafforza in città come nei territori
extraurbani. Soprattutto inizia la graduale conquista dei
mercati internazionali nel Mediterraneo e verso l'Oriente. Una
politica espansionistica che arricchisce i Doria, ma rafforza il
prestigio di Genova: "I Doria - conferma Lingua - hanno
esercitato un ruolo fondamentale a livello internazionale, ma
anche per Genova che si è giovata del crescente potere della
famiglia stessa". L'apice naturalmente l'ha toccato Andrea Doria
(1466 - 1560), principe di Genova nel Cinquecento quando era in
rapporti stretti con l'imperatore Carlo V e Genova poteva
permettersi il lusso di finanziare la monarchia spagnola. Ogni
capitolo del libro racconta un Doria e attraverso le vicende dei
singoli, Lingua con puntualità e attenzione al dato storico come
all'aneddoto, costruisce un affresco che ci restituisce
l'immagine di una famiglia potente lungo quasi novecento anni.
Le ultime pagine sono dedicate a Giacomo il naturalista morto
nel 1913: a lui poco dopo la scomparsa fu dedicato il Museo di
Storia Naturale.
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