The Social Gallery di Quartu
Sant'Elena accoglie la mostra-omaggio dedicata a Primo Pantoli.
Si intitola "Invece di amore" l'esposizione dedicata al pittore,
scultore, incisore e scenografo cesenate, ma sardo d'adozione,
scomparso nel 2017.
Curata da Roberta Vanali, sarà allestita dal 10 maggio alle
18.30 e fino al 28 maggio all'interno del V-Art Festival
Internazionale Immagine d'Autore, diretto dal regista e
fotografo Giovanni Coda.
È il 1957 quando Primo Pantoli approda in Sardegna. "Dagli
anni di denuncia sociale contraddistinti da Studio 58, Gruppo di
Iniziativa e Centro di Cultura democratica, l'artista concepisce
una sorta d'ideologia per immagini di matrice Fauves e
contaminazioni del più crudo espressionismo", scrive Roberta
Vanali. In quella direzione va l'opera che apre il percorso
espositivo descrivendo gli ultimi momenti in croce di Cristo
quando a gran voce urlò: "Perché mi hai abbandonato?" Ossia
Lamma Sabactani (1958). Sulla stessa linea La Bestia (1961)
opera fondata sull'erotismo, uno dei cardini della sua poetica,
che arriva in risposta ai tabù dell'epoca. "Un esplicito atto
d'accusa contro i falsi moralismi", sottolinea Vanali.
Dai toni meno cupi è Grrr invece di amore (1969), che ha
ispirato il titolo della mostra. "É in questo frangente che la
forma perde di consistenza fino a scomporsi e galleggiare
nell'atmosfera. Mentre ai colori brillanti associa i primi
interventi didascalici", aggiunge la critica d'arte.
Negli anni Settanta le forme si fanno più fluide e liriche
come in Vania corre verso il mare (1971) e Famiglia groviglio
(1972), per arrivare agli anni '80, periodo in cui la natura
entra a far parte del suo linguaggio attraverso opere come
L'Albero (1977), Sotto il lenzuolo (1977) e Onde (1982). La
figura umana quasi scompare per lasciare spazio a luminosi
paesaggi mediterranei restituiti con piccoli tocchi di colore.
Da qui alla fase successiva dove emerge la volontà di
evidenziare drammi esistenziali di una società al limite della
sopravvivenza come in In morte di un amore (1999), La TV (2001)
e Lo Scultore (2008).
Accanto ai dipinti sono stati esposti chine e acquerelli
realizzati tra il 1959 e i primi anni '60 impreziositi da
aforismi o piccoli versi "che sottolineano - conclude Vanali -
attraverso il segno grafico, il Pantoli pensiero".
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