"La Lega presenterà
un'interrogazione al ministro Valditara per fare chiarezza su
quanto accaduto lo scorso gennaio nel Liceo 'Munari' di Acerra
(Napoli), dove una drag queen, bardata di kefiah, ha parlato a
ragazzi dai 13 ai 17 anni. Niente a che vedere con un
pedagogista, uno psicologo dell'età evolutiva o un esperto di
comunicazione: solo un soggetto che, senza alcuna competenza, fa
formazione, dicendo ai nostri ragazzi che 'spesso, quello che
viene costruito a scuola, viene distrutto a casa dalle
famiglie'. Non aggiungo altro". Ad affermarlo è il deputato
della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura,
Scienza e Istruzione, secondo cui "nelle nostre scuole c'è
l'assalto di attivisti ideologizzati (nella fattispecie, la drag
queen si definisce sulla sua pagina attivista queer e
transfemminista) con la complicità di docenti di estrema
sinistra".
Dal canto suo la drag queen Priscilla, al secolo Mariano
Gallo, ricordando quel giorno quando, vestita con uno
scintillante tailleur pantalone fucsia, è stata accolta a scuola
da una vera e propria ovazione, parla di un "incontro voluto da
loro, in occasione della settimana dello studente. Erano
presenti i/le loro insegnanti e la dirigente dell'istituto, che
hanno partecipato con entusiasmo al dibattito. È stato un
momento di confronto prezioso: abbiamo parlato di bullismo,
omofobia, dell'importanza dell'istruzione, della lotta
intersezionale alle discriminazioni, di diritti civili, di
politica intesa come partecipazione attiva, del popolo
palestinese. Ho trovato in questi/e giovani ragazzi e ragazze
una tale consapevolezza e determinazione che mi ha profondamente
ispirato e commosso. Mentre la riforma scolastica ci vuole
riportare al Medioevo, i/le giovani guardano avanti".
Sulla vicenda interviene anche Mario Rusconi, presidente
dell'Associazione presidi di Roma, secondo cui "la scuola e il
mondo della formazione devono essere lontani da contenziosi
cercati in continuazione, devono essere un luogo di confronto
democratico. Quando i miei studenti mi hanno chiesto di far
partecipare un attivista ad una assemblea pro Palestina ho
risposto che non avevo nulla in contrario se avessimo invitato
anche un esponente israeliano. Quando si innescano processi di
conflittualità e si inserisce il contenzioso della politica
partitica nella scuola, si fa un danno ai giovani, si impedisce
il confronto e si accentua lo scontro, mentre la missione della
scuola è permettere il confronto democratico che implica più
voci, mai unitarie".
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