(di Francesco Gallo)
Forse non è affatto un caso che lo
spacciatore di 'Ciao bambino', crudo e sorprendente esordio alla
regia di Edgardo Pistone, abbia il viso di Pier Paolo Pasolini
tatuato sulla schiena. Miglior opera prima alla Festa di Roma e
Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Festival,
il film - nelle sale da oggi con Filmclub Distribuzione by
Minerva Pictures - ambientato a Troiano, difficile rione
periferico di Napoli, è girato in un contrastato bianco e nero
(alla Alfonso Cuarón di 'Roma') e racconta, in dialetto
napoletano con i sottotitoli, una storia ai margini di amore e
criminalità.
Protagonisti due cuori puri gettati nell'inferno della
periferia, ovvero il diciassettenne Attilio (Marco Adamo) ed
Anastasia (Anastasia Kaletchuk), ragazza dell'Est che fa la
prostituta.
Lui ragazzo ingenuo, che non va oltre qualche furtarello, viene
incaricato di proteggere Anastasia. A dargli l'incarico è
Martinelli (Salvatore Pelliccia), ricettatore e magnaccia senza
scrupoli e così il ragazzo si ritrova ogni sera ad aspettare i
clienti della ragazza sua coetanea, ma inevitabilmente molto più
matura.
Cliente dopo cliente si capisce che Attilio soffre del lavoro di
Anastasia, che forse si sta innamorando di lei.
Ma per Attilio non è certo la ragazza il solo problema: il padre
(interpretato da un sorprendente Luciano Pistone, vero padre del
regista) uscito dal carcere continua ad essere un tossico e a
giocare d'azzardo ed è poi perseguitato da Vittorio (Pasquale
Esposito), uno strozzino freddo come un serpente.
Attilio cercherà di mettere mano all'una e all'altra vicenda
mostrando che non è quel 'bambino' (del titolo) come lo chiama
provocatoriamente Anastasia, ma la vita alla fine si mostrerà
anche più dura di quanto questo ragazzo potesse immaginare.
Prodotto da Bronx Film, Anemone Film, Mosai con Film, Minerva
Pictures Group e realizzato con il sostegno del Mic e Regione
Campania, in collaborazione con Film Commission Regione
Campania, 'Ciao bambino' ha nel cast anche: Sergio Minucci,
Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia
Zinno.
Frase cult di questo film di Edgardo Pistone (autore del
cortometraggio 'Le mosche', miglior regia alla Settimana della
Critica della 77° Mostra del Cinema di Venezia) che unisce
semplicità e raffinatezza estetica, quella che dice un amico di
Attilio un po' vanesio sulla spiaggia mentre in costume guarda
compiaciuto il suo corpo e si chiede meravigliato: 'Teng' sto
polpaccio accusì e no tengo 'na femmina'.
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