"La cultura non è nè di destra nè
di sinistra, la cultura è fatta di parola. Le parole sono
preziose, leggere, precise e cercano di raccontare un presente
in movimento e noi a tutto questo diamo spazio. Diamo
soprattutto spazio all'incontro anche tra punti di vista
diversi. Il Salone per sua natura offre la parola a tutti". Così
Annalena Benini, direttrice del Salone del libro, alla vigilia
della 37/a edizione, la seconda sotto la sua guida.
"Sarà una festa - ha detto Benini - la festa dell'incontro,
la festa delle parole. Abbiamo cercato di accontentare tutti, ci
sono molte novità, un programma di grande qualità e di
attenzione all'innovazione offerta dai piccoli editori e ai loro
sforzi. Li premieremo con il Premio Ernesto Ferrero Fondazione
Crt che abbiamo istituito quest'anno. Ci sarà tanta musica che
s'intreccia alle parole, tanto spazio come sempre ai ragazzi e
ai bambini".
Tra gli appuntamenti Annalena Benini ha ricordato la lezione
inaugurale di Jasmina Reza, il ritorno dopo 40 anni di Scott
Turow, il dialogo tra il cardinale Zuppi e Ligabue, Emmanuel
Carrere che parla di Roth, Valerie Perrin. C'è poi l'incontro in
cui Benini presenterà Caroline Darian, la figlia di Gisele
Pelicot, che ha scelto un processo pubblico per raccontare la
violenza subita dal marito e da decine di altri uomini "mi
sembra un atto di grande coraggio da parte della figlia, di
testimonianza lo spostamento dell'atto della vergogna" ha
sottolineato la direttrice del Salone.
"Non ci preoccupano i numeri, non inseguirli ci rende più
sereni e anche più attenti a quello che facciamo. Naturalmente
siamo ottimisti. Ci sono bellissimi segnali di attenzione verso
il Salone. Le prenotazioni sono in linea con quelle dello scorso
anno" ha concluso.
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