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Libri: 'Revenge porn', bilancio nuovo reato da 'Codice Rosso'

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Libri: 'Revenge porn', bilancio nuovo reato da 'Codice Rosso'

Autrice, da migliorare, già termine vendetta è fuorviante

MILANO, 18 marzo 2022, 12:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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'REVENGE PORN-LA DIFFUSIONE ILLECITA DI CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI (Ed. Diritto più, 208 pagine, 29,99 euro) Forse il primo cambiamento da apporre sarebbe proprio nel nome del reato: revenge porn. Revenge, ossia vendetta, un termine presupponente che la vittima abbia fatto qualcosa, in qualche modo provocato, l'autore a mettere in atto quel comportamento avendo subito un torto. E' uno dei presupposti di 'Revenge porn - La diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti', tra le prime analisi complete e dettagliate sul reato introdotto con il cosiddetto Codice Rosso, la legge n. 69 del 2019. Autrice una tirocinante presso il Tribunale di Roma, Giovanna De Feo, che all'argomento aveva già dedicato la tesi di laurea in giurisprudenza nel 2020. "Quel mio lavoro a un anno dall'approvazione della legge aveva riscosso molto interesse e mi è stato proposto di trasformarlo in un libro - racconta Giovanna, 26 anni tra pochi giorni, il sogno di entrare in magistratura - Così ho approfondito basandomi anche su alcuni casi che mi trovo ad affrontare". Il libro, dedicato a Tiziana Cantone (la trentenne che si tolse la vita nel 2016 dopo la diffusione di alcuni suoi video) è un'attenta ricostruzione di come si è arrivati alla legge, le applicazioni e quel che si potrebbe migliorare. Partendo da cosa c'era prima, quando il fenomeno non aveva un'adeguata tutela legale e si doveva ricorrere a fattispecie 'vicarie' (diffamazione? interferenze illecite nella vita privata? trattamento illecito di dati personali?). Per passare all'iter della legge che per la prima volta si soffermò su una ipotesi mai presa in considerazione prima: il suicidio della vittima (l'autrice parla di 'femminicidio indiretto'). E da qui gli aspetti psicologici, il bene che deve essere tutelato,, come inquadrare penalmente la diffusione. "Sicuramente è stato un primo passo avanti per accelerare le indagini e arrivare al processo, ma i tempi sono ancora troppo lunghi - conclude Giovanna - Poi entrando nello specifico ci sarebbe da approfondire la questione del dolo".
    Già, perchè nell'opinione ancora di troppi diffondere immagini intime dell'ex o della compagna di classe in topless è solo una goliardata, non certo un comportamento che può arrecare danni.
   
   

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