'REVENGE PORN-LA DIFFUSIONE
ILLECITA DI CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI (Ed. Diritto più, 208
pagine, 29,99 euro)
Forse il primo cambiamento da apporre sarebbe proprio nel
nome del reato: revenge porn. Revenge, ossia vendetta, un
termine presupponente che la vittima abbia fatto qualcosa, in
qualche modo provocato, l'autore a mettere in atto quel
comportamento avendo subito un torto. E' uno dei presupposti di
'Revenge porn - La diffusione illecita di contenuti
sessualmente espliciti', tra le prime analisi complete e
dettagliate sul reato introdotto con il cosiddetto Codice Rosso,
la legge n. 69 del 2019. Autrice una tirocinante presso il
Tribunale di Roma, Giovanna De Feo, che all'argomento aveva già
dedicato la tesi di laurea in giurisprudenza nel 2020. "Quel mio
lavoro a un anno dall'approvazione della legge aveva riscosso
molto interesse e mi è stato proposto di trasformarlo in un
libro - racconta Giovanna, 26 anni tra pochi giorni, il sogno di
entrare in magistratura - Così ho approfondito basandomi anche
su alcuni casi che mi trovo ad affrontare". Il libro, dedicato a
Tiziana Cantone (la trentenne che si tolse la vita nel 2016 dopo
la diffusione di alcuni suoi video) è un'attenta ricostruzione
di come si è arrivati alla legge, le applicazioni e quel che si
potrebbe migliorare. Partendo da cosa c'era prima, quando il
fenomeno non aveva un'adeguata tutela legale e si doveva
ricorrere a fattispecie 'vicarie' (diffamazione? interferenze
illecite nella vita privata? trattamento illecito di dati
personali?). Per passare all'iter della legge che per la prima
volta si soffermò su una ipotesi mai presa in considerazione
prima: il suicidio della vittima (l'autrice parla di
'femminicidio indiretto'). E da qui gli aspetti psicologici, il
bene che deve essere tutelato,, come inquadrare penalmente la
diffusione. "Sicuramente è stato un primo passo avanti per
accelerare le indagini e arrivare al processo, ma i tempi sono
ancora troppo lunghi - conclude Giovanna - Poi entrando nello
specifico ci sarebbe da approfondire la questione del dolo".
Già, perchè nell'opinione ancora di troppi diffondere immagini
intime dell'ex o della compagna di classe in topless è solo una
goliardata, non certo un comportamento che può arrecare danni.
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